Lidia Macchi studiava giurisprudenza alla Statale di Milano quando è stata trovata cadavere nel 1987 nei boschi del Varesotto uccisa da numerose coltellate. Un "cold case", come si dice in questi casi, un delitto irrisolto , che ora potrebbe essere stato risolto grazie alle nuove tecnologie.
L'arrestato sarebbe autore della lettera anonima giunta a casa della famiglia Macchi il 9 gennaio dell'87, giorno in cui si celebrarono i funerali di Lidia. Nella missiva, intitolata "In morte di un'amica", c'erano descrizioni della scena del crimine note solo agli inquirenti o, più probabilmente, all'assassino.
Le citazioni in latino - "Perché io, perché tu, perché le stelle sono così belle... In una notte di gelo la morte urla, grida d'orrore e un corpo offeso, velo di tempio strappato, giace... Consummatum est...Non è colpa mia, è la morte che ha voluto la sua vita. Io l'amavo, perdonatemi". Questo il testo della missiva, come riporta il quotidiano Il Giorno. In fondo alla lettera un disegno simile a un'ostia. Il latino e l'ostia sono stati probabilmente gli elementi che hanno fatto entrare in scena Don Antonio Contestabile.
Il primo caso col test del Dna - L'omicidio di Lidia Macchi, che aveva 21 anni, fu il primo caso in Italia in cui si ricorse al test del Dna. Allora l'esame veniva definito test per rilevare l'impronta genetica ("dna finger printing") e il materiale organico trovato sul corpo di Lidia venne mandato nel laboratorio inglese di Abingdon. Lo stesso laboratorio analizzò anche il sangue delle persone coinvolte nell'indagine.
Le indagini su Giuseppe Piccolomo - Nel 2014 la svolta nelle indagini la Procura Generale di Milano prima ha tolto l'inchiesta dalle mani dei pm di Varese e poi l'ha chiusa accusando di omicidio volontario aggravato Giuseppe Piccolomo. Piccolomo era stato già condannato all'ergastolo per il cosìddetto delitto "delle mani mozzate", avvenuto sempre in provincia di Varese. Una perizia sui reperti ritrovati sul corpo e sull'auto di Lidia Macchi, però, ha portato nei mesi scorsi a scagionare Piccolomo.
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