Il primo week end del nuovo anno a Castel Romano Designer Outlet si
celebra con un doppio appuntamento da non perdere, per iniziare il 2016
con qualche ora di divertimento e spensieratezza per grandi e bambini.
Sabato 2 gennaio dalle ore 16 alle 18,
il Centro si riempirà di allegria e di musica con la New Year’s Parade,
una parata musicale della pluripremiata di marching band “Città di
Fiuggi”. Sono 40 gli elementi diretti dal maestro Fabrizio Giordano, che
attraverseranno le strade di Castel Romano Designer Outlet, mettendo in
musica un omaggio al nuovo anno che attraversa tutti i generi musicali:
originali per banda, trascrizioni classiche, colonne sonore, grandi
classici della musica leggera italiana ed internazionale. Domenica 3 gennaio dalle ore 16 alle 18 i
visitatori del Centro entreranno in un’atmosfera davvero magica, quella
della White Parade. Un gruppo di angeli in eleganti bianchi e trampoli,
si aggirerà per le vie di Castel Romano Designer Outlet, dando vita ad
uno spettacolo affascinante e inaspettato, tra splendide coreografie e
incredibili prese acrobatiche. Uno spettacolo unico che sarà
accompagnato da una musica …celestiale. Sia sabato 2 gennaio che domenica 3,
in due diversi appuntamenti giornalieri, dalle 11.30 di mattina e dalle
15.30 di pomeriggio, è inoltre prevista la presenza di una grande guest
star: il mitico Snoopy di Charles Schulz, amato da molte generazioni e
oggi protagonista del nuovissimo film sui Peanuts adorato dai bambini.
Selfie, autografi e sorrisi per tutti, saranno assicurati dal bracchetto
più simpatico che c’è.
lunedì 28 dicembre 2015
martedì 22 dicembre 2015
Tutti pazzi per Pandora, fino a 3 ore in fila per la strenna personalizzata
«Non è un semplice bracciale: è tutta la mia vita. Ci sono i momenti
belli, i traguardi raggiunti, le persone care, i sogni da realizzare».
Francesca ha sedici anni e mentre parla, accarezza il polso sinistro su
cui brillano decine di ciondoli dalle forme più disparate. Racconta e
sorride, ribadendo che «non è un capriccio o moda, mi rappresenta
davvero», forse consapevole di apparire un po' bizzarra.
È in fila insieme a centinaia di persone al Pandora store di via Toledo, tutti con il catalogo stretto tra le mani manco fosse la bibbia e le pagine con gli angoli piegati per non perdere altro tempo con la commessa. Stesso copione allo shop in shop presente nella Coin di via Scarlatti, altro punto vendita affollatissimo in questi giorni di shopping natalizio, dove intorno alle 14 le commesse annunciano ad alta voce che si può servire il numero 475.
Sì perché per fare acquisti ci si deve prima munire di numeretto e fare la fila, fino a tre ore. Come alle Poste per pagare la bolletta. Solo che qui si è in fila per acquistare piccoli sogni. Come conferma Giada, studentessa in Veterinaria, passione segnalata dagli charms a forma di cane, gatto, elefante, gufo, tartaruga e perfino un pettirosso, novità di quest'anno di cui è molto orgogliosa. «Ci sono quasi, dopo un'ora di attesa potrò mettere sotto l'albero i regali per le mie amiche». Scopriamo da lei che sul sito internet dell'azienda danese ci si può iscrivere a un club e compilare una sezione con la «wishlist», la lista dei desideri appunto, per non sbagliare acquisto. Inoltre, periodicamente ci sono concorsi, sondaggi, offerte e inviti a inaugurazioni per le clienti più affezionate. Clienti che prevalentemente appartengono una fascia d'età compresa tra i 12 e i 25 anni, dove anche le più adulte trattano questi bracciali come degli amuleti, feticci delle proprie personalità, convinte che averli al polso sia una specie di «biglietto da visita». Fa un po' tenerezza sentirlo dire, eppure riflettendoci non è tanto sbagliato che nell'epoca in cui si fissano più gli schermi degli smartphone che gli occhi delle persone accanto, ci si affidi a dei simboli per descrivere la propria personalità. Forse è proprio un riflesso dei Social, con frotte di ragazze che non hanno voglia di perdere tempo in preamboli e offrono a portata di polso la loro personalità. E a guardare la folla inarrestabile e continuamente alimentata da nuovi arrivi, s'intuisce che siamo di fronte a un fenomeno sociale più che di moda. Non a caso, il gruppo fondato nel 1982 dai coniugi Per e Winnie Enevoldsen nei dintorni di Copenaghen e da 30 anni diventata una multinazionale, lo chiama «marketing emozionale» dove alla base di tutto ci sono amore, amicizia e famiglia perché «non sono braccialetti di valore ma di valori». Come la “Essence Collection”, composta da oltre 40 charm dedicati a valori universali quali coraggio, forza, rispetto, saggezza, prendersi cura, speranza, dignità. Valori da indossare, quindi, perché «vogliamo rafforzare un nostro tratto caratteriale o puntare a esso» ammette Chiara, diciottenne accorsa allo store vomerese per acquistare «un cuore speciale per mia madre. Voglio che porti sempre con sé il mio amore incondizionato per lei, lo sfoggi con fierezza e orgoglio, senta il nostro legame in ogni attimo della giornata anche solo guardando quel charm separato, con una metà a lei e uno a me. Non è soltanto un ciondolo: è il simbolo della nostra unione». Ci devono saper fare con gli slogan quelli di Pandora, che scelgono i valori o i nuovi simboli da inserire nel catalogo attraverso focus group e sondaggi. Ne pagano il conto (a volte salato) soprattutto padri e fidanzati, disorientati da un universo di miniature in argento, oro, pelle, vetro di Murano o tempestate di brillantini, e gli unici che osano far domande alle commesse che pazientemente mostrano il campionario fatto non solo di bracciali e ciondoli (sicuramente il prodotto più richiesto e venduto) ma anche anelli, collane e orecchini. «Mia figlia ha compilato un elenco di 14 ciondoli per arricchire un braccialetto. Mi verranno a costare circa 700 euro» ammette sconsolato ma rassegnato.
Negli store commesse e responsabili hanno le bocche cucite su qualsiasi domanda che non sia motivata all'acquisto. È la politica aziendale: a comunicare è solo la sede centrale o si deve essere autorizzati da loro anche solo per sapere il ciondolo più venduto o il numero di clienti giornalieri. Per tutte le altre informazioni ci si affida al web, dove si parla di “lusso accessibile ed etico”, ovvero controllo ferreo sulla provenienza delle materie prime, attenzione all'ambiente, tutela dei lavoratori e in particolare della condizione femminile. Un business in crescita, calcolato con più di due gioielli venduti al secondo nel mondo e che nel 2014 in Italia ha registrato un +40 per cento e 100 milioni di euro di fatturato, che nasce anche dall'osservazione della realtà di oggi. Dalla crisi di valori e da una sete di visibilità. Perché basta scuotere il polso per presentarsi al mondo tintinnando il proprio bagaglio di valori e sogni. Tutti in argento Sterling 925.
È in fila insieme a centinaia di persone al Pandora store di via Toledo, tutti con il catalogo stretto tra le mani manco fosse la bibbia e le pagine con gli angoli piegati per non perdere altro tempo con la commessa. Stesso copione allo shop in shop presente nella Coin di via Scarlatti, altro punto vendita affollatissimo in questi giorni di shopping natalizio, dove intorno alle 14 le commesse annunciano ad alta voce che si può servire il numero 475.
Sì perché per fare acquisti ci si deve prima munire di numeretto e fare la fila, fino a tre ore. Come alle Poste per pagare la bolletta. Solo che qui si è in fila per acquistare piccoli sogni. Come conferma Giada, studentessa in Veterinaria, passione segnalata dagli charms a forma di cane, gatto, elefante, gufo, tartaruga e perfino un pettirosso, novità di quest'anno di cui è molto orgogliosa. «Ci sono quasi, dopo un'ora di attesa potrò mettere sotto l'albero i regali per le mie amiche». Scopriamo da lei che sul sito internet dell'azienda danese ci si può iscrivere a un club e compilare una sezione con la «wishlist», la lista dei desideri appunto, per non sbagliare acquisto. Inoltre, periodicamente ci sono concorsi, sondaggi, offerte e inviti a inaugurazioni per le clienti più affezionate. Clienti che prevalentemente appartengono una fascia d'età compresa tra i 12 e i 25 anni, dove anche le più adulte trattano questi bracciali come degli amuleti, feticci delle proprie personalità, convinte che averli al polso sia una specie di «biglietto da visita». Fa un po' tenerezza sentirlo dire, eppure riflettendoci non è tanto sbagliato che nell'epoca in cui si fissano più gli schermi degli smartphone che gli occhi delle persone accanto, ci si affidi a dei simboli per descrivere la propria personalità. Forse è proprio un riflesso dei Social, con frotte di ragazze che non hanno voglia di perdere tempo in preamboli e offrono a portata di polso la loro personalità. E a guardare la folla inarrestabile e continuamente alimentata da nuovi arrivi, s'intuisce che siamo di fronte a un fenomeno sociale più che di moda. Non a caso, il gruppo fondato nel 1982 dai coniugi Per e Winnie Enevoldsen nei dintorni di Copenaghen e da 30 anni diventata una multinazionale, lo chiama «marketing emozionale» dove alla base di tutto ci sono amore, amicizia e famiglia perché «non sono braccialetti di valore ma di valori». Come la “Essence Collection”, composta da oltre 40 charm dedicati a valori universali quali coraggio, forza, rispetto, saggezza, prendersi cura, speranza, dignità. Valori da indossare, quindi, perché «vogliamo rafforzare un nostro tratto caratteriale o puntare a esso» ammette Chiara, diciottenne accorsa allo store vomerese per acquistare «un cuore speciale per mia madre. Voglio che porti sempre con sé il mio amore incondizionato per lei, lo sfoggi con fierezza e orgoglio, senta il nostro legame in ogni attimo della giornata anche solo guardando quel charm separato, con una metà a lei e uno a me. Non è soltanto un ciondolo: è il simbolo della nostra unione». Ci devono saper fare con gli slogan quelli di Pandora, che scelgono i valori o i nuovi simboli da inserire nel catalogo attraverso focus group e sondaggi. Ne pagano il conto (a volte salato) soprattutto padri e fidanzati, disorientati da un universo di miniature in argento, oro, pelle, vetro di Murano o tempestate di brillantini, e gli unici che osano far domande alle commesse che pazientemente mostrano il campionario fatto non solo di bracciali e ciondoli (sicuramente il prodotto più richiesto e venduto) ma anche anelli, collane e orecchini. «Mia figlia ha compilato un elenco di 14 ciondoli per arricchire un braccialetto. Mi verranno a costare circa 700 euro» ammette sconsolato ma rassegnato.
Negli store commesse e responsabili hanno le bocche cucite su qualsiasi domanda che non sia motivata all'acquisto. È la politica aziendale: a comunicare è solo la sede centrale o si deve essere autorizzati da loro anche solo per sapere il ciondolo più venduto o il numero di clienti giornalieri. Per tutte le altre informazioni ci si affida al web, dove si parla di “lusso accessibile ed etico”, ovvero controllo ferreo sulla provenienza delle materie prime, attenzione all'ambiente, tutela dei lavoratori e in particolare della condizione femminile. Un business in crescita, calcolato con più di due gioielli venduti al secondo nel mondo e che nel 2014 in Italia ha registrato un +40 per cento e 100 milioni di euro di fatturato, che nasce anche dall'osservazione della realtà di oggi. Dalla crisi di valori e da una sete di visibilità. Perché basta scuotere il polso per presentarsi al mondo tintinnando il proprio bagaglio di valori e sogni. Tutti in argento Sterling 925.
lunedì 21 dicembre 2015
L'Iraq torna a eleggere la sua Miss dopo 43 anni: vince la 20enne Shaymaa
L'Iraq ha eletto la sua Miss dopo 43 anni. Lei si chiama Shaymaa
Qasim, ha 20 anni, gli occhi verdi e i capelli castani, è di Kirkuk e ha
ottenuto lo scettro di bella tra le belle sbaragliando 150 concorrenti
(che hanno sfilato in abito lungo).
Il concorso si è tenuto in un hotel di Baghdad, sfidando l'ira degli estremisti, tanto che quindici ragazze hanno preferito ritirarsi dopo le minacce ricevute. L'ultima edizione risale al 1972 quando vinse Wijdan Burhan al-Deen che, poi, rappresentò l'Iraq a Miss Universo.
«Mi fa piacere vedere che il mio Paese guarda avanti», ha detto Shaymaa. «Questo evento è stato enorme e ha riportato il sorriso sui volti degli iracheni». Ogni tentativo di ritornare alla vita civile è da elogiare. Se poi il concorso sia un segno di civiltà, è un'altra storia.
Il concorso si è tenuto in un hotel di Baghdad, sfidando l'ira degli estremisti, tanto che quindici ragazze hanno preferito ritirarsi dopo le minacce ricevute. L'ultima edizione risale al 1972 quando vinse Wijdan Burhan al-Deen che, poi, rappresentò l'Iraq a Miss Universo.
«Mi fa piacere vedere che il mio Paese guarda avanti», ha detto Shaymaa. «Questo evento è stato enorme e ha riportato il sorriso sui volti degli iracheni». Ogni tentativo di ritornare alla vita civile è da elogiare. Se poi il concorso sia un segno di civiltà, è un'altra storia.
Un passante le tocca il sedere, lei lo manda al tappeto con un pugno
Una donna con la quale non bisogna scherzare più di tanto, senza dubbio. Un simpatico filmato ci arriva dal Marocco: le telecamere di sorveglianza installate per le strade di Inezgane hanno immortalato una scena esilarante.
Un uomo tocca il sedere ad una donna 'in carne': lei la prende malissimo e gli assesta un pugno che lo manda al tappeto dopo una rocambolesca e goffa caduta. Sicuramente l'uomo la prossima volta ci penserà un po' di più, prima di dare sfogo ai suoi bollenti spiriti.
Un uomo tocca il sedere ad una donna 'in carne': lei la prende malissimo e gli assesta un pugno che lo manda al tappeto dopo una rocambolesca e goffa caduta. Sicuramente l'uomo la prossima volta ci penserà un po' di più, prima di dare sfogo ai suoi bollenti spiriti.
domenica 20 dicembre 2015
Ignazio Visco: "Sul fallimento delle quattro banche qualcuno pagherà"
"Spero anche io che chi ha sbagliato paghi. Sono certo che la
magistratura agirà in tal senso per punire i responsabili di reati".
Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco torna sul fallimento delle quattro banche soccorse dal governo.
"Siamo convinti di aver fatto il possibile, siamo intervenuti per
evitare danni molto peggiori a centinaia di migliaia di risparmiatori e
imprese", ha quindi aggiunto difendendo l'operato di Palazzo Koch.
"Senza procedura di risoluzione, effetti devastanti" - Secondo il governatore, intervistato dal quotidiano "La Repubblica", "l'alternativa alla procedura di risoluzione adottata per le quattro banche sarebbe stata una liquidazione ai sensi del codice civile, con effetti devastanti". Ed ha assicurato: "il nostro impegno, di concerto con il governo e nella continua e totale interazione con gli uffici del ministero dell'Economia, è stato massimo".
"Abbiamo fatto il massimo possibile" - "Siamo convinti di aver fatto il massimo possibile, portando alla luce situazioni di debolezza patrimoniale, inadeguatezze organizzative, malversazioni - ha quindi aggiunto Visco -. Ogni volta che è stato necessario, abbiamo fornito alla magistratura piena informativa e la massima assistenza. L'interlocuzione con la Consob è stata ed è tuttora continua e approfondita".
"Nessuna polemica, né frizione con il governo" - Quanto agli attacchi diretti contro di lui, Visco ha spiegato che "si tratta di attacchi non motivati". "In questi giorni ho visto gravi inesattezze e ricostruzioni talora fantasiose, che rischiano di alimentare infondati sospetti sul nostro operato e sull'intero sistema bancario. Anzitutto - ha quindi detto Visco - non vi è alcuna tensione col governo, col quale collaboriamo". Poi, "non vi è stata proprio alcuna polemica per la decisione di affidare gli arbitrati all'Autorità presieduta da Raffaele Cantone". Quanto alla "mia visita al Quirinale era stata fissata da tempo".
"Senza procedura di risoluzione, effetti devastanti" - Secondo il governatore, intervistato dal quotidiano "La Repubblica", "l'alternativa alla procedura di risoluzione adottata per le quattro banche sarebbe stata una liquidazione ai sensi del codice civile, con effetti devastanti". Ed ha assicurato: "il nostro impegno, di concerto con il governo e nella continua e totale interazione con gli uffici del ministero dell'Economia, è stato massimo".
"Abbiamo fatto il massimo possibile" - "Siamo convinti di aver fatto il massimo possibile, portando alla luce situazioni di debolezza patrimoniale, inadeguatezze organizzative, malversazioni - ha quindi aggiunto Visco -. Ogni volta che è stato necessario, abbiamo fornito alla magistratura piena informativa e la massima assistenza. L'interlocuzione con la Consob è stata ed è tuttora continua e approfondita".
"Nessuna polemica, né frizione con il governo" - Quanto agli attacchi diretti contro di lui, Visco ha spiegato che "si tratta di attacchi non motivati". "In questi giorni ho visto gravi inesattezze e ricostruzioni talora fantasiose, che rischiano di alimentare infondati sospetti sul nostro operato e sull'intero sistema bancario. Anzitutto - ha quindi detto Visco - non vi è alcuna tensione col governo, col quale collaboriamo". Poi, "non vi è stata proprio alcuna polemica per la decisione di affidare gli arbitrati all'Autorità presieduta da Raffaele Cantone". Quanto alla "mia visita al Quirinale era stata fissata da tempo".
Vittorio Sgarbi posta l'elettrocardiogramma su Fb e rassicura i fan: "Tutto bene"
Una foto del monitor ospedaliero con l'andamento del suo elettrocardiogramma
accompagnata dalla scritta "Tutto bene". A postarla sulla sua pagina
Facebook, dal letto del Policnico di Modena è il critico d'arte,
Vittorio Sgarbi, ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di cardiologia
della struttura modenese per un'ischemia cardiaca risolta con
angioplastica.
A postarla sulla sua pagina Facebook, dal letto del Policlinico di Modena è il critico d'arte Vittorio Sgarbi, ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di cardiologia della struttura modenese per un'ischemia cardiaca risolta con angioplastica.
A postarla sulla sua pagina Facebook, dal letto del Policlinico di Modena è il critico d'arte Vittorio Sgarbi, ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di cardiologia della struttura modenese per un'ischemia cardiaca risolta con angioplastica.
lunedì 14 dicembre 2015
La Francia torna alle urne per le elezioni Regionali, mobilitazione anti-Le Pen
Francia di nuovo al voto per i ballottaggi delle elezioni regionali.
Il secondo turno si preannuncia all’insegna dello scontro tra il “fronte
repubblicano” lanciato dalla maggioranza socialista, e il Front
National di Marine Le Pen, galvanizzato dai risultati del primo turno. I
francesi chiamati al voto sono 44,6 milioni. Seggi aperti fino alle 20.
Contro il Front National scatta la corsa alla “procuration” – Dopo un primo turno caratterizzato dall’astensionismo e dall’impennata del Front National nei commissariati di Francia sono esplose le richieste di “procuration”, la delega amministrativa con cui gli elettori lontani da casa e impossibilitati a recarsi fisicamente al seggio autorizzano i familiari a votare al loro posto. Domenica non era al seggio un elettore su due ma in molti scommettono che dopo lo choc seguito al boom del Front National primo partito di Francia l’affluenza sarà più elevata.
L’impennata di richieste di deleghe – Certo è che negli ultimi giorni nei commissariati delle grandi città sono stati in tantissimi a mettersi in fila per chiedere la delega. A Parigi, le richieste sono schizzate del 25% rispetto a domenica scorsa, raddoppiate a Marsiglia. Impennata delle “procuration” anche a Strasburgo, Lille, Lione e in tante altre città transalpine.
Contro il Front National scatta la corsa alla “procuration” – Dopo un primo turno caratterizzato dall’astensionismo e dall’impennata del Front National nei commissariati di Francia sono esplose le richieste di “procuration”, la delega amministrativa con cui gli elettori lontani da casa e impossibilitati a recarsi fisicamente al seggio autorizzano i familiari a votare al loro posto. Domenica non era al seggio un elettore su due ma in molti scommettono che dopo lo choc seguito al boom del Front National primo partito di Francia l’affluenza sarà più elevata.
L’impennata di richieste di deleghe – Certo è che negli ultimi giorni nei commissariati delle grandi città sono stati in tantissimi a mettersi in fila per chiedere la delega. A Parigi, le richieste sono schizzate del 25% rispetto a domenica scorsa, raddoppiate a Marsiglia. Impennata delle “procuration” anche a Strasburgo, Lille, Lione e in tante altre città transalpine.
domenica 13 dicembre 2015
Il suo cane muore, il bimbo gli scrive tutti i giorni. E un giorno ottiene una risposta
Quando Moe, il Beagle di famiglia, è morto all'età di 13 anni ha
lasciato nello sconforto Luke, il cucciolo di casa che di anni ne ha tre
e mezzo. Il bambino si è ritrovato a chiedere spesso alla mamma dove
fosse il cane e se stesse tornando a casa. Un giorno Luke ha chiesto a
sua madre, Mary, se poteva aiutarlo a scrivere una lettera a Moe, e
questo è diventato una sorta di rituale per madre e figlio.
Ogni giorno una lettera, che Luke e Mary andavano a imbucare alla cassetta postale vicino casa e che poi la mamma andava a ripescare prima del passaggio del postino. Il messaggio era sempre lo stesso: "Mi manchi, spero tu ti stia divertendo nel paradiso dei cani". Un giorno, però, Mary ha dimenticato di tornare a prendere la lettera indirizzata a "Moe Westbrook, Nuvola Uno, Paradiso dei cani".
"Ho pensato che qualcuno all'ufficio postale l'avrebbe buttata via, non aveva neanche un francobollo", ha spiegato la mamma, che è rimasta sbalordita probabilmente più del figlio quando si è vista recapitare una lettera indirizzata a Luke e firmata da Moe in cui c'era scritto: "Sono nel paradiso dei cani. Gioco tutto il giorno. Sono felice. Grazie epr essere stato mio amico. Ti voglio bene Luke".
Ogni giorno una lettera, che Luke e Mary andavano a imbucare alla cassetta postale vicino casa e che poi la mamma andava a ripescare prima del passaggio del postino. Il messaggio era sempre lo stesso: "Mi manchi, spero tu ti stia divertendo nel paradiso dei cani". Un giorno, però, Mary ha dimenticato di tornare a prendere la lettera indirizzata a "Moe Westbrook, Nuvola Uno, Paradiso dei cani".
"Ho pensato che qualcuno all'ufficio postale l'avrebbe buttata via, non aveva neanche un francobollo", ha spiegato la mamma, che è rimasta sbalordita probabilmente più del figlio quando si è vista recapitare una lettera indirizzata a Luke e firmata da Moe in cui c'era scritto: "Sono nel paradiso dei cani. Gioco tutto il giorno. Sono felice. Grazie epr essere stato mio amico. Ti voglio bene Luke".
La coppia che ha deciso di andare in pensione a 33 anni: "Non è impossibile, ecco come faremo"
L'età media di pensionamento negli Stati Uniti è 62 anni, ma una
coppia di Cambridge, in Massachusetts, spera di andarci molto prima e
programma di trasferirsi in una fattoria nel Vermont a soli 33 anni.
Si tratta di un progetto ambizioso, ma fattibile secondo i "The
Frugalwoods" - questo il nome scelto da Liz e Nate, uno ingegnere del
software e l'altro responsabile della comunicazione, per il sito in cui
raccontano come faranno a raggiungere il loro obiettivo.
La strategia è riuscire a risparmiare più della metà del loro reddito, mettendo da parte per la "vecchiaia" il 71% della loro retribuzione. Anche se questa sembra una percentuale molto elevata, i Frugalwoods, che hanno due figli e un terzo in arrivo, sostengono che è più che possibile ma c'è bisogno di molta tenacia e grande ottimizzazione delle spese. "Abbiamo sempre vissuto ben al di sotto delle nostre possibilità", scrivono nel loro blog che hanno aperto nel 2014 per documentare il piano di prepensionamento. "Senza alcuna fatica, stavamo risparmiando il 65% del nostro stipendio,e non abbiamo mai avuto alcun debito se non quello del mutuo per la casa. Ora che ci stiamo concentrando sulla "frugalità" siamo riusciti a mettere da parte il 71%". Per dare un'idea delle loro spese, si pensi che nel 2014 hanno speso appena 13mila dollari (eccetto il mutuo). I Frugalwoods, che fino a qualche giorno fa non avevano mai mostrato il loro volto ai lettori, danno anche consigli su come fare a risparmiare il proprio denaro. "Non imitate inconsciamente le abitudini di consumo di chi vi circonda. Non c'è alcun motivo di approcciarsi al mondo nelle vesti di consumatore, il nostro obiettivo nella vita non dovrebbe essere quello di comprare le cose. Spendere il denaro è la via più facile. Non richiede creatività, ingegno o avventura. In una parola, è noioso".
La strategia è riuscire a risparmiare più della metà del loro reddito, mettendo da parte per la "vecchiaia" il 71% della loro retribuzione. Anche se questa sembra una percentuale molto elevata, i Frugalwoods, che hanno due figli e un terzo in arrivo, sostengono che è più che possibile ma c'è bisogno di molta tenacia e grande ottimizzazione delle spese. "Abbiamo sempre vissuto ben al di sotto delle nostre possibilità", scrivono nel loro blog che hanno aperto nel 2014 per documentare il piano di prepensionamento. "Senza alcuna fatica, stavamo risparmiando il 65% del nostro stipendio,e non abbiamo mai avuto alcun debito se non quello del mutuo per la casa. Ora che ci stiamo concentrando sulla "frugalità" siamo riusciti a mettere da parte il 71%". Per dare un'idea delle loro spese, si pensi che nel 2014 hanno speso appena 13mila dollari (eccetto il mutuo). I Frugalwoods, che fino a qualche giorno fa non avevano mai mostrato il loro volto ai lettori, danno anche consigli su come fare a risparmiare il proprio denaro. "Non imitate inconsciamente le abitudini di consumo di chi vi circonda. Non c'è alcun motivo di approcciarsi al mondo nelle vesti di consumatore, il nostro obiettivo nella vita non dovrebbe essere quello di comprare le cose. Spendere il denaro è la via più facile. Non richiede creatività, ingegno o avventura. In una parola, è noioso".
venerdì 11 dicembre 2015
Manovra, aumenta la tassazione sulle Newslot e cala la quota delle vincite
Aumenta il prelievo erariale unico sulle Newslot (quelle che erogano
vincite in denaro) che viene innalzato al 17,5%, 2,5% punti in più
rispetto alla misura prevista dalla manovra.
A prevederlo è un emendamento del governo, che riduce anche il payout (la percentuale degli incassi usata per i premi) dal 74% al 70% della raccolta. Inoltre, dalle 7 alle 22 sarà vietata la pubblicità sui giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni tv e radio.
A prevederlo è un emendamento del governo, che riduce anche il payout (la percentuale degli incassi usata per i premi) dal 74% al 70% della raccolta. Inoltre, dalle 7 alle 22 sarà vietata la pubblicità sui giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni tv e radio.
Entra nel giardino e viene sbranata dai pit bull, per la polizia è suicidio: "Era consapevole"
Morta sbranata da due pitbull. Ma secondo la polizia è un suicidio. Ha
scavalcato la recinzione ed è entrata nel giardino occupato da due pit
bull, si è fatta sbranare ed è morta.
Per la polizia di Port Huron, nel Michigan, il decesso della 22enne Rebecca Hardy è un caso di suicidio. Come riferisce l'emittente WWJ, la polizia ha appurato che la giovane era perfettamente consapevole della pericolosità dei due cani. La Hardy, che viveva nella stessa strada, fino al giorno della tragedia aveva sempre evitato di passare davanti al giardino che ospitava i due animali. Improvvisamente, invece, ha deciso di scavalcare il cancello senza alcun motivo apparente. I cani si sono avventati sull'intrusa, che ha riportato gravissime ferite al volto e al collo prima dell'intervento dei soccorsi. I cani, a quanto pare, sarebbero stati soppressi.
Per la polizia di Port Huron, nel Michigan, il decesso della 22enne Rebecca Hardy è un caso di suicidio. Come riferisce l'emittente WWJ, la polizia ha appurato che la giovane era perfettamente consapevole della pericolosità dei due cani. La Hardy, che viveva nella stessa strada, fino al giorno della tragedia aveva sempre evitato di passare davanti al giardino che ospitava i due animali. Improvvisamente, invece, ha deciso di scavalcare il cancello senza alcun motivo apparente. I cani si sono avventati sull'intrusa, che ha riportato gravissime ferite al volto e al collo prima dell'intervento dei soccorsi. I cani, a quanto pare, sarebbero stati soppressi.
Garlasco, oggi la sentenza della Cassazione: se condannato, Alberto Stasi rischia il carcere
L'attesa lunga otto anni sta per finire, oggi per Alberto Stasi,
accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, potrebbe arrivare
il verdetto definitivo. Alla fine di un lungo percorso giudiziario - due
volte assolto, poi condannato a 16 anni nell'appello 'bis' deciso dalla
Suprema Corte - per l'imputato, oggi 31enne commercialista in cerca di
lavoro, si potrebbe chiudere uno dei processi indiziari più controversi.
Oggi davanti ai giudici della quinta sezione della Cassazione si discuterà la sentenza emessa dai giudici di Milano lo scorso 17 dicembre con cui hanno condannato Stasi a 16 anni di carcere. Un verdetto contro cui ha ricorso la difesa dell'imputato - chiedendo l'annullamento senza rinvio - e la procura generale che chiede invece venga riconosciuta l'aggravante della crudeltà e quindi una condanna maggiore. Alberto non sarà in aula, così come la famiglia Poggi che attenderà il verdetto nella villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia, dove Chiara è stata uccisa il 13 agosto 2007. «Un pò agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità», le parole di Alberto. Concetto identico per Rita Poggi, mamma della vittima, che da tempo non crede più all'innocenza dell'imputato. Verità è la parola che unisce chi siede ai due lati opposti di una storia che continua a dividere l'opinione pubblica. Oggi la Cassazione potrebbe confermare la sentenza e per Stasi si aprirebbero le porte del carcere; potrebbe decidere di accogliere la richiesta dell'accusa (si aprirebbe a Milano un nuovo processo contro Alberto); potrebbe nuovamente capovolgere la sentenza e mettere fine, per sempre, all'incubo giudiziario di Alberto.
Oggi davanti ai giudici della quinta sezione della Cassazione si discuterà la sentenza emessa dai giudici di Milano lo scorso 17 dicembre con cui hanno condannato Stasi a 16 anni di carcere. Un verdetto contro cui ha ricorso la difesa dell'imputato - chiedendo l'annullamento senza rinvio - e la procura generale che chiede invece venga riconosciuta l'aggravante della crudeltà e quindi una condanna maggiore. Alberto non sarà in aula, così come la famiglia Poggi che attenderà il verdetto nella villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia, dove Chiara è stata uccisa il 13 agosto 2007. «Un pò agitato, ma fiducioso che in Cassazione emerga la verità», le parole di Alberto. Concetto identico per Rita Poggi, mamma della vittima, che da tempo non crede più all'innocenza dell'imputato. Verità è la parola che unisce chi siede ai due lati opposti di una storia che continua a dividere l'opinione pubblica. Oggi la Cassazione potrebbe confermare la sentenza e per Stasi si aprirebbero le porte del carcere; potrebbe decidere di accogliere la richiesta dell'accusa (si aprirebbe a Milano un nuovo processo contro Alberto); potrebbe nuovamente capovolgere la sentenza e mettere fine, per sempre, all'incubo giudiziario di Alberto.
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giovedì 10 dicembre 2015
Il vostro partner è dipendente da Instagram? Ecco il test per scoprirlo e per "curarlo"
Il vostro partner vi tratta come un selfie stick? E' semplice scoprirlo.
Basta rispondere alle 10 domande proposte da Instagram Husband.
Il sito ha pubblicato su Youtube un parodico video per supportare tutti
coloro che vivono a contatto con un social-dipendente. Lo scopo?
Incoraggiarli ad "uscire dal tunnel".
Nella sezione 'Sintomi' del sito è stato inserito un ironico test con 10
domande per diagnosticare se si fa parte della categoria degli
'Instagram Husband'.
Cos'è un Instagram Husband? Rispondete al questionario e lo capirete.
1. Sei il fotografo designato del tuo partner?
2. Fai più foto al tuo partner che a te stesso?
3. Hai un callo sul pollice o è diventato nero per l'usura?
4. Sei mai stato sgridato per aver pensato di dover scattare 'solo una o due foto'?
5. Ti viene un tic nervoso quando senti le parole "selfie", "tramonto", "nevica" e "cibo".
6. Hai mai fotografato il tuo partner mentre fingeva di dormire?
7. Guardando una sua foto hai mai pensato: "Solo io so che rabbia si nasconde dietro quello scatto apparentemente felice"?
8. Hai mai chiesto al partner di scegliere tra te e le foto... per poi ricevere come risposta, ma solo dopo una lunga attesa, "Scelgo i miei follower su Instagram"?
9. Hai camminato su più binari del treno da quando conosci il tuo partner che in tutta la tua vita?
10. Hai bisogno d'aiuto? Tra le possibili cure (anch'esse ironiche) si può scegliere fra un trattamento medico e la pratica spirituale. Il primo metodo, quello scientifico, testato e più accurato, è gettarsi nell'alcolismo. Se si clicca sul link del rimedio medico infatti si viene reindirizzati al sito del whiskey Jack Daniel's. Se si preferisce optare per il metodo esoterico, basta seguire il secondo link. Nel video esplicativo di come connettersi con la propria spiritualità c'è una persona che spara senza pietà a un iPhone 6. Ma il passo più importante è affrontare il partner. Questa operazione è molto delicata.Se si vuole avere successo bisogna seguire le istruzioni passo dopo passo. 1. Invitare il partner alla realtà dicendo: "Tesoro, sono io, Brian, il ragazzo dall'altra parte della telecamera, tuo marito. Ti invito a fare un passo fuori della cornice, e nella realtà". 2. Ripetere il punto 1, solo più forte. 3. Toccare la mano del partner per ricordargli la fisicità della vita reale. Potrebbe essere sconvolto dalla sensazione di qualcosa che non è di vetro e/o plastica, tornare alla realtà non è facile. 4. Parlare con parole comprensibili per il partne. "Tesoro, mi sento come se stessi vivendo la mia vita in Willow, e voglio che sia Lo-Fi". Non serve che tu sappia cosa significa, lui/lei capirà. 5. Tenere il telefono dalla vostra parte, questo lo/a costringerà a guardarti negli occhi, perché è addestrato/a a distogliere lo sguardo dal telefono. 6. Lui/lei vorrà scattare una foto di questo momento. Ora è il momento di utilizzare la nuova audacia. Dite: "No. Tesoro, no. "Questo sarà difficile, ma rimanete forti. 7. Potrebbe non essere in grado di cambiare immediatamente, abbiate pazienza. E nascondete tutte le sue scarpe. 8. Se il partner non risponde positivamente, gettate un piatto ben presentato a terra e correte via. Non resisterà all'impulso di scattare una foto, dandovi un grande vantaggio.
1. Sei il fotografo designato del tuo partner?
2. Fai più foto al tuo partner che a te stesso?
3. Hai un callo sul pollice o è diventato nero per l'usura?
4. Sei mai stato sgridato per aver pensato di dover scattare 'solo una o due foto'?
5. Ti viene un tic nervoso quando senti le parole "selfie", "tramonto", "nevica" e "cibo".
6. Hai mai fotografato il tuo partner mentre fingeva di dormire?
7. Guardando una sua foto hai mai pensato: "Solo io so che rabbia si nasconde dietro quello scatto apparentemente felice"?
8. Hai mai chiesto al partner di scegliere tra te e le foto... per poi ricevere come risposta, ma solo dopo una lunga attesa, "Scelgo i miei follower su Instagram"?
9. Hai camminato su più binari del treno da quando conosci il tuo partner che in tutta la tua vita?
10. Hai bisogno d'aiuto? Tra le possibili cure (anch'esse ironiche) si può scegliere fra un trattamento medico e la pratica spirituale. Il primo metodo, quello scientifico, testato e più accurato, è gettarsi nell'alcolismo. Se si clicca sul link del rimedio medico infatti si viene reindirizzati al sito del whiskey Jack Daniel's. Se si preferisce optare per il metodo esoterico, basta seguire il secondo link. Nel video esplicativo di come connettersi con la propria spiritualità c'è una persona che spara senza pietà a un iPhone 6. Ma il passo più importante è affrontare il partner. Questa operazione è molto delicata.Se si vuole avere successo bisogna seguire le istruzioni passo dopo passo. 1. Invitare il partner alla realtà dicendo: "Tesoro, sono io, Brian, il ragazzo dall'altra parte della telecamera, tuo marito. Ti invito a fare un passo fuori della cornice, e nella realtà". 2. Ripetere il punto 1, solo più forte. 3. Toccare la mano del partner per ricordargli la fisicità della vita reale. Potrebbe essere sconvolto dalla sensazione di qualcosa che non è di vetro e/o plastica, tornare alla realtà non è facile. 4. Parlare con parole comprensibili per il partne. "Tesoro, mi sento come se stessi vivendo la mia vita in Willow, e voglio che sia Lo-Fi". Non serve che tu sappia cosa significa, lui/lei capirà. 5. Tenere il telefono dalla vostra parte, questo lo/a costringerà a guardarti negli occhi, perché è addestrato/a a distogliere lo sguardo dal telefono. 6. Lui/lei vorrà scattare una foto di questo momento. Ora è il momento di utilizzare la nuova audacia. Dite: "No. Tesoro, no. "Questo sarà difficile, ma rimanete forti. 7. Potrebbe non essere in grado di cambiare immediatamente, abbiate pazienza. E nascondete tutte le sue scarpe. 8. Se il partner non risponde positivamente, gettate un piatto ben presentato a terra e correte via. Non resisterà all'impulso di scattare una foto, dandovi un grande vantaggio.
Il figlio muore a 21 anni, lei continua a scrivergli sms. E un giorno riceve una risposta
Sopravvivere ai propri figli è la paura più grande di ogni madre, e
molte di loro sono costrette ad affrontarla. Come Carole Adler, una
mamma single americana che ha dovuto dire addio a suo figlio Taylor
Thyfault, morto a soli 21 anni. Il ragazzo stava per portare a termina
la sua formazione ed era un Cadetto della Polizia nello stato del
Colorado: entrare nell'esercito era uno dei suoi più grandi desideri e
sua madre era la sua migliore amica e ogni giorno si scambiavano
messaggi affettuosi.
Tuttavia, il 23 marzo 2015, Taylor è morto mentre era in servizio sulla Colorado Higway 66: un veicolo in fuga è arrivato a tutta velocità e lo ha travolto, proprio mentre cercava di posizionare delle barriere per fermarlo. Prima di morire, Taylor è riuscito ad avvisare l'autista di un camion di spostarsi dalla carreggiata, salvandogli così la vita. Una morte da molti considerata eroica, anche dalla madre, che ha perso il figlio mentre faceva esattamente quello che aveva sempre desiderato. Dopo la morte di Taylor, Carole ha cominciato a sentire la mancanza del loro scambio di messaggi quotidiano, e così ha ripreso a mandare sms al numero del figlio. Ovvimanete non aspettava una risposta, ma il semplice scrivere l'ha aiutata a sentirsi meglio. È stata, duenque, enorme la sorpresa della donna quando ha ricevuto una messaggio inviato proprio dal numero del figlio. Non c'è nulla di paranormale in questa storia, semplicemente il numero di telefono di Taylor era stato riassegnato. Ma non a una persona qualsiasi: al Sergente Kell Hulsey del Dipartimento di Polizia di Greeley, cioè un uomo che incarnava tutto ciò che il ragazzo avrebbe voluto diventare. Il poliziotto inizialmente ha evitato di rispondere ai messaggi della mamma per non ferirla, ma poi ha pensato che fosse giusto farle sapere che le sue parole non stavano raggiungendo la persona desiderata. L'uomo si è anche offerto di cambiare numero di telefono, ma per Carole è stata, in realtà, una fortuna voluta dal caso: il Sergente è diventato fondamentale nel processo di elaborazione del lutto, che ora sa di avere "un angelo in tasca".
Tuttavia, il 23 marzo 2015, Taylor è morto mentre era in servizio sulla Colorado Higway 66: un veicolo in fuga è arrivato a tutta velocità e lo ha travolto, proprio mentre cercava di posizionare delle barriere per fermarlo. Prima di morire, Taylor è riuscito ad avvisare l'autista di un camion di spostarsi dalla carreggiata, salvandogli così la vita. Una morte da molti considerata eroica, anche dalla madre, che ha perso il figlio mentre faceva esattamente quello che aveva sempre desiderato. Dopo la morte di Taylor, Carole ha cominciato a sentire la mancanza del loro scambio di messaggi quotidiano, e così ha ripreso a mandare sms al numero del figlio. Ovvimanete non aspettava una risposta, ma il semplice scrivere l'ha aiutata a sentirsi meglio. È stata, duenque, enorme la sorpresa della donna quando ha ricevuto una messaggio inviato proprio dal numero del figlio. Non c'è nulla di paranormale in questa storia, semplicemente il numero di telefono di Taylor era stato riassegnato. Ma non a una persona qualsiasi: al Sergente Kell Hulsey del Dipartimento di Polizia di Greeley, cioè un uomo che incarnava tutto ciò che il ragazzo avrebbe voluto diventare. Il poliziotto inizialmente ha evitato di rispondere ai messaggi della mamma per non ferirla, ma poi ha pensato che fosse giusto farle sapere che le sue parole non stavano raggiungendo la persona desiderata. L'uomo si è anche offerto di cambiare numero di telefono, ma per Carole è stata, in realtà, una fortuna voluta dal caso: il Sergente è diventato fondamentale nel processo di elaborazione del lutto, che ora sa di avere "un angelo in tasca".
Si sposano e vogliono una famiglia, ma la fobia di lei impedisce loro di avere un bambino
Fidanzati da 10 anni si sposano ma una strana fobia di
lei impedisce loro di avere un bambino. Erica Davies e Gareth Davies
sono una coppia britannica affiatata ma lei è sessuofobica e questo le
impedisce di avere rapporti sessuali con suo marito e con qualsiasi
altro uomo. I due dormono in stanze separate per evitare che lui possa
anche solo cercare un rapporto intimo.
Erica e Gareth però desiderano molto avere un figlio. Per ora hanno escluso l'idea dell'adozione e dell'inseminazione artificiale ma per "allenarsi" a fare i genitori hanno comprato un bambolotto più che realistico. Con 230 sterline hanno acquistato Joshua. «"Lo allattiamo con un biberon e gli cambiamo il pannolino 4 o 5 volte al giorno. Joshua sta riempiendo un vuoto nella nostra vita, ma ovviamente non dimentichiamo mai che è solo un bambolotto inanimato. Un giorni, forse, ne vorremo anche uno in carne ed ossa», hanno dichiarato al Mirror.
Carte e bancomat, da oggi nuove regole: ecco cosa cambia. L'allarme del Codacons
La notizia sembra una di quelle buone. Da oggi i commercianti pagheranno
meno le commissioni per i pagamenti fatti dai clienti con carte di
credito ovvero con bancomat o carte prepagate. È l'effetto dell'entrata
in vigore del regolamento Ue che prevede un tetto unico: lo 0,3% per i
pagamenti con carte di credito e lo 0,2% per le transazioni con le carte
di debito (i bancomat appunto) o con le carte prepagate (la più famosa è
la Postepay).
La disposizione non riguarda invece le carte American Express e Diners
che potranno continuare ad applicare le loro commissioni (generalmente
più alte).
L'obiettivo della disposizione è quello di incentivare l'uso della moneta elettronica e favorire la tracciabilità delle transazioni. Tuttavia le organizzazioni dei consumatori sono in allarme e avvertono che potrebbero esserci ricadute negative proprio sul soggetto più debole, il consumatore. Per Adusbef e Federconsumatori, il tetto unico «produrrà vantaggi per gli esercenti, ma scarsi benefici per i consumatori». Infatti, secondo stime, la misura potrebbe tradursi in un risparmio di circa 7 miliardi di euro l'anno che andranno per oltre il 90% a vantaggio dei commercianti e meno del 10% per utenti e consumatori. In altre parole il taglio delle commissioni «difficilmente si tradurrà in una riduzione dei prezzi di beni e servizi». Ma non finisce qui. Secondo Codacons e secondo l'Iepc (un'associazione di consumatori creata per sensibilizzare proprio all'uso della moneta elettronica) la disposizione rischia di esporre i consumatori, che usano le tre categorie di carte interessate dal taglio delle commissioni (il 90% del totale), di pagare per le loro carte canoni annui più costosi. «Infatti - spiega il Codacons - le banche potrebbero rifarsi del taglio delle loro commissioni alzando il costo delle carte o le tariffe annuali legate al servizio». A questo proposito Iepc cita «le infelici esperienze in Spagna, Stati uniti e Australia dove sono state norme simili». L'esclusione di American Express e Diners poi, secondo Iepc, «crea una distorsione della libera concorrenza».
L'obiettivo della disposizione è quello di incentivare l'uso della moneta elettronica e favorire la tracciabilità delle transazioni. Tuttavia le organizzazioni dei consumatori sono in allarme e avvertono che potrebbero esserci ricadute negative proprio sul soggetto più debole, il consumatore. Per Adusbef e Federconsumatori, il tetto unico «produrrà vantaggi per gli esercenti, ma scarsi benefici per i consumatori». Infatti, secondo stime, la misura potrebbe tradursi in un risparmio di circa 7 miliardi di euro l'anno che andranno per oltre il 90% a vantaggio dei commercianti e meno del 10% per utenti e consumatori. In altre parole il taglio delle commissioni «difficilmente si tradurrà in una riduzione dei prezzi di beni e servizi». Ma non finisce qui. Secondo Codacons e secondo l'Iepc (un'associazione di consumatori creata per sensibilizzare proprio all'uso della moneta elettronica) la disposizione rischia di esporre i consumatori, che usano le tre categorie di carte interessate dal taglio delle commissioni (il 90% del totale), di pagare per le loro carte canoni annui più costosi. «Infatti - spiega il Codacons - le banche potrebbero rifarsi del taglio delle loro commissioni alzando il costo delle carte o le tariffe annuali legate al servizio». A questo proposito Iepc cita «le infelici esperienze in Spagna, Stati uniti e Australia dove sono state norme simili». L'esclusione di American Express e Diners poi, secondo Iepc, «crea una distorsione della libera concorrenza».
Time, è la Merkel il personaggio dell'anno 2015: è la quarta donna della storia
Angela Merkel personaggio dell'anno 2015 per “Time”. La cancelliera
tedesca ha conquistato la copertina della rivista Usa sbaragliando
personaggi del calibro del califfo dell'Isis Abu Bakr al Baghdadi o di
Donald Trump.
Merkel è la quarta donna nella storia del giornale a ottenere l'onore, dopo la regina Elisabetta (nel 1952), Wallis Simpson e la leader dell'opposizione filippina Corazon Aquino. «Ha salvato per 3 volte l'Europa» ha dichiarato la direttrice di “Time” Nancy Gibbs. Lei è una lady di ferro capace di adattarsi a ogni circostanza. Di andare a Kiev col collega Hollande e chiedere aiuti contro Mosca e poi allearsi con Putin contro l'Isis. Infatti per i tedeschi è la “mutti”, ovvero la mamma, capace di non scontentare nessuno. Brava Angela.
Merkel è la quarta donna nella storia del giornale a ottenere l'onore, dopo la regina Elisabetta (nel 1952), Wallis Simpson e la leader dell'opposizione filippina Corazon Aquino. «Ha salvato per 3 volte l'Europa» ha dichiarato la direttrice di “Time” Nancy Gibbs. Lei è una lady di ferro capace di adattarsi a ogni circostanza. Di andare a Kiev col collega Hollande e chiedere aiuti contro Mosca e poi allearsi con Putin contro l'Isis. Infatti per i tedeschi è la “mutti”, ovvero la mamma, capace di non scontentare nessuno. Brava Angela.
domenica 6 dicembre 2015
Marco Baldini a cuore aperto: "Con il gioco ho perso più di 500 mila euro"
Dalle stelle alle stalle, e forse il ritorno. Marco Baldini, ex sodale di Fiorello, è in un mare di guai. Molti se li è procurati da solo, e non lo nasconde. Adesso, stanco del pietismo e dei compromessi, tenta di rimboccarsi le maniche per “risorgere”.
Avevi successo, avevi i soldi. Hai deciso di buttarli con il vizio del gioco d’azzardo. Spiegaci perché si dovrebbe avere della comprensione nei tuoi confronti. «Questo è il più grande equivoco che ogni giorno si consuma tra la gente che nel bene o nel male mi segue, soprattutto sui social. Io non voglio comprensione, io per primo ho ammesso i miei errori milioni di volte, vorrei solo che la frase "tutti possiamo sbagliare" possa valere anche per me. Oggi sono solo un uomo che non si nasconde più e che tenta la risalita, rendo i miei fan partecipi di tutto ciò che mi accade nel quotidiano senza il benché minimo secondo fine è mi aspetto sostegno piuttosto che supponenza». La rottura con Fiorello. Un’altra nenia che ripeti in continuazione aggiungendo che gli vuoi sempre bene. Oltre che noioso rischi di passare anche per ipocrita, non ti sembra? «Vengo sommerso continuamente di domande su Fiorello, è risaputo che io eviterei volentieri l'argomento ed è per questo che solo in un paio di occasioni ho voluto far chiarezza. Fiore e io abbiamo un grande passato professionale insieme ma le sue scelte non sono state quelle che avrei fatto io nei confronti di un amico, questo mi ha portato a chiudere i rapporti ma non mi vieta ne di volergli bene né tantomeno di conservare i migliori ricordi di quel periodo della mia vita». Alla fin fine, insomma, chi è ‘sto Marco Baldini. Che cosa ha fatto nella sua vita per doverlo ritenere un pilastro nel mondo dello spettacolo? «Marco Baldini è, è stato, e sarà sempre Marco, inteso come uomo. Non sono mai riuscito a essere due persone, e forse in parte il mio successo era dato proprio da questo, che io sia stato un "pilastro nel mondo dello spettacolo" lo dice la gente, non io. Oggi sono solo cambiate le mie priorità, ho bisogno di soldi per pagare i miei debiti e per sopravvivere e se me lo consentiranno la gente tornerà a vedere lo stesso Baldini di sempre». La tua ultima trovata è stata vendere lo smartphone per raggranellare qualche euro. Hai il coraggio di dire quanto denaro hai dilapidato per le tue sciocchezze? «Ho venduto il mio iPhone a 300 euro per restituirne 200 a un amico che me li aveva prestati qualche giorno prima per pagare una bolletta scaduta da tempo che mi aveva provocato il distacco della corrente elettrica, sapevo bene che era un gesto fatto al di sopra delle sue possibilità e non potevo non restituirglieli. I miei debiti non sono più così ingenti ma solo il mio lavoro può consentirmi di estinguerli. Vuoi sapere quanto? 500.000 euro. Alcuni mi accusano di non essere sufficientemente umile da accettare un lavoro "normale" ma non capiscono che nella vita a volte occorre fare delle scelte rischiose per sistemare le cose e io ho scelto di sopravvivere con pochi euro al giorno pur di non buttare nel cesso la mia credibilità di artista». Sei diventato una specie di prezzemolo dei social e non manchi di sottolineare che molte persone che sembravano tue amiche ti hanno voltato le spalle. Alla tua età non te l’aspettavi che il mondo gira così? «Sto sui social come tutti e scrivo ciò che sento, a volte dimentico di essere un personaggio pubblico e mi apro con alcuni come farei con un amico, e questo, ci tengo a dirlo, non perché nella vita reale io non ne abbia, ma semplicemente perché non mi sento superiore a nessuno. Ho capito sulla mia pelle che per molti se non portassi questo nome sarei un fallito come tanti. Quando ho esternato la volontà di uscire da quel mondo virtuale nel tentativo di ritrovare un po' di serenità nella vita reale gli "amici virtuali" si sono trasformati in cani rabbiosi a cui stavano sottraendo l'osso e quando successivamente ho confidato di avere venduto l'unico mezzo che mi consentiva di collegarmi ad internet mi sono visto recapitare messaggi da parte di decine di persone disposte regalarmi uno smartphone con un abbonamento che scongiurasse la mia sparizione virtuale, della serie, fai pure la fame ma non togliermi la quotidianità di godere delle tue disgrazie. Questo è lontano dal mio essere e umanamente per quanto mi sforzi non troverò mai nulla di nobile nel concetto "mors tua vita mea"». Okay, adesso dicci cosa vuoi fare da grande per rendere credibile questo tuo desiderio di risalire la china. «Sono già grande ahimè e questo rende tutto molto più difficile ma il mio percorso di risalita è cominciato in realtà nel 2009 quando ho chiuso definitivamente con le scommesse. In molti non ci credono e non li biasimo, ma se esistesse un'emittente televisiva disposta a seguirmi con una telecamera in ogni momento della mia giornata, non avrei problemi a renderla pubblica. Ozzy Osburne insegna. Sto portando avanti i miei progetti, tra cui uno editoriale, con maggiore motivazione perché forse, per la prima volta nella mia vita, mi sono guardato allo specchio e ho ricordato chi sono, ho capito che il baratro è ancora lì pronto a risucchiarmi ma anche che l'unico modo per non finirci dentro è quello di non lasciarsi andare. Io voglio rialzarmi per me, per le persone che amo, e che mi amano. I miei errori hanno presentato il conto al sottoscritto. Non ho mai fatto niente a cui non credessi fermamente di poter riparare e lo sto facendo. Con la vita sto pareggiando i conti. Una piccola anticipazione: ho ricevuto una prima importante proposta di lavoro e prestissimo scoprirete di che si tratta». Sì, gira voce di un rapporto con Marco Mazzoli, la “star” di Radio 105. «Ho scoperto che forse Mazzoli è l'unico vero amico che mi è rimasto in questo ambiente, la telefonata mi ha colto davvero di sorpresa, lui intende impegnarsi per farmi tornare in radio, e me lo ha comunicato in diretta allo Zoo di 105, come ho già detto a lui, se anche i suoi sforzi non mi porteranno ad alcun risultato, ho apprezzato di cuore il suo gesto e non lo dimenticherò».
Avevi successo, avevi i soldi. Hai deciso di buttarli con il vizio del gioco d’azzardo. Spiegaci perché si dovrebbe avere della comprensione nei tuoi confronti. «Questo è il più grande equivoco che ogni giorno si consuma tra la gente che nel bene o nel male mi segue, soprattutto sui social. Io non voglio comprensione, io per primo ho ammesso i miei errori milioni di volte, vorrei solo che la frase "tutti possiamo sbagliare" possa valere anche per me. Oggi sono solo un uomo che non si nasconde più e che tenta la risalita, rendo i miei fan partecipi di tutto ciò che mi accade nel quotidiano senza il benché minimo secondo fine è mi aspetto sostegno piuttosto che supponenza». La rottura con Fiorello. Un’altra nenia che ripeti in continuazione aggiungendo che gli vuoi sempre bene. Oltre che noioso rischi di passare anche per ipocrita, non ti sembra? «Vengo sommerso continuamente di domande su Fiorello, è risaputo che io eviterei volentieri l'argomento ed è per questo che solo in un paio di occasioni ho voluto far chiarezza. Fiore e io abbiamo un grande passato professionale insieme ma le sue scelte non sono state quelle che avrei fatto io nei confronti di un amico, questo mi ha portato a chiudere i rapporti ma non mi vieta ne di volergli bene né tantomeno di conservare i migliori ricordi di quel periodo della mia vita». Alla fin fine, insomma, chi è ‘sto Marco Baldini. Che cosa ha fatto nella sua vita per doverlo ritenere un pilastro nel mondo dello spettacolo? «Marco Baldini è, è stato, e sarà sempre Marco, inteso come uomo. Non sono mai riuscito a essere due persone, e forse in parte il mio successo era dato proprio da questo, che io sia stato un "pilastro nel mondo dello spettacolo" lo dice la gente, non io. Oggi sono solo cambiate le mie priorità, ho bisogno di soldi per pagare i miei debiti e per sopravvivere e se me lo consentiranno la gente tornerà a vedere lo stesso Baldini di sempre». La tua ultima trovata è stata vendere lo smartphone per raggranellare qualche euro. Hai il coraggio di dire quanto denaro hai dilapidato per le tue sciocchezze? «Ho venduto il mio iPhone a 300 euro per restituirne 200 a un amico che me li aveva prestati qualche giorno prima per pagare una bolletta scaduta da tempo che mi aveva provocato il distacco della corrente elettrica, sapevo bene che era un gesto fatto al di sopra delle sue possibilità e non potevo non restituirglieli. I miei debiti non sono più così ingenti ma solo il mio lavoro può consentirmi di estinguerli. Vuoi sapere quanto? 500.000 euro. Alcuni mi accusano di non essere sufficientemente umile da accettare un lavoro "normale" ma non capiscono che nella vita a volte occorre fare delle scelte rischiose per sistemare le cose e io ho scelto di sopravvivere con pochi euro al giorno pur di non buttare nel cesso la mia credibilità di artista». Sei diventato una specie di prezzemolo dei social e non manchi di sottolineare che molte persone che sembravano tue amiche ti hanno voltato le spalle. Alla tua età non te l’aspettavi che il mondo gira così? «Sto sui social come tutti e scrivo ciò che sento, a volte dimentico di essere un personaggio pubblico e mi apro con alcuni come farei con un amico, e questo, ci tengo a dirlo, non perché nella vita reale io non ne abbia, ma semplicemente perché non mi sento superiore a nessuno. Ho capito sulla mia pelle che per molti se non portassi questo nome sarei un fallito come tanti. Quando ho esternato la volontà di uscire da quel mondo virtuale nel tentativo di ritrovare un po' di serenità nella vita reale gli "amici virtuali" si sono trasformati in cani rabbiosi a cui stavano sottraendo l'osso e quando successivamente ho confidato di avere venduto l'unico mezzo che mi consentiva di collegarmi ad internet mi sono visto recapitare messaggi da parte di decine di persone disposte regalarmi uno smartphone con un abbonamento che scongiurasse la mia sparizione virtuale, della serie, fai pure la fame ma non togliermi la quotidianità di godere delle tue disgrazie. Questo è lontano dal mio essere e umanamente per quanto mi sforzi non troverò mai nulla di nobile nel concetto "mors tua vita mea"». Okay, adesso dicci cosa vuoi fare da grande per rendere credibile questo tuo desiderio di risalire la china. «Sono già grande ahimè e questo rende tutto molto più difficile ma il mio percorso di risalita è cominciato in realtà nel 2009 quando ho chiuso definitivamente con le scommesse. In molti non ci credono e non li biasimo, ma se esistesse un'emittente televisiva disposta a seguirmi con una telecamera in ogni momento della mia giornata, non avrei problemi a renderla pubblica. Ozzy Osburne insegna. Sto portando avanti i miei progetti, tra cui uno editoriale, con maggiore motivazione perché forse, per la prima volta nella mia vita, mi sono guardato allo specchio e ho ricordato chi sono, ho capito che il baratro è ancora lì pronto a risucchiarmi ma anche che l'unico modo per non finirci dentro è quello di non lasciarsi andare. Io voglio rialzarmi per me, per le persone che amo, e che mi amano. I miei errori hanno presentato il conto al sottoscritto. Non ho mai fatto niente a cui non credessi fermamente di poter riparare e lo sto facendo. Con la vita sto pareggiando i conti. Una piccola anticipazione: ho ricevuto una prima importante proposta di lavoro e prestissimo scoprirete di che si tratta». Sì, gira voce di un rapporto con Marco Mazzoli, la “star” di Radio 105. «Ho scoperto che forse Mazzoli è l'unico vero amico che mi è rimasto in questo ambiente, la telefonata mi ha colto davvero di sorpresa, lui intende impegnarsi per farmi tornare in radio, e me lo ha comunicato in diretta allo Zoo di 105, come ho già detto a lui, se anche i suoi sforzi non mi porteranno ad alcun risultato, ho apprezzato di cuore il suo gesto e non lo dimenticherò».
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venerdì 4 dicembre 2015
Roma, targhe alterne e bus fermi: il venerdì nero dei romani
Stop alle auto con l'ultima cifra della targa dispari (il divieto
vale anche per gli euro 5), fermi i veicoli più inquinanti, possibile
blocco di quattro ore in mattinata dei trasporti dell'Atac e dalle 15
divieti di sosta e di circolazione a ridosso dell'Olimpico in vista del
match Lazio-Juventus che inizierà alle 20.45. Un venerdì a rischio caos a
pochi giorni dall'inizio del Giubileo.
I DIVIETI
I divieti più radicali alla fine sono scattati. Dopo aver raggiunto il tetto massimo consentito di giorni con il superamento dei livelli di polveri sottili in una delle 13 centraline dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio, oggi tornano le targhe alterne: auto e moto con l'ultima cifra dispari non potranno circolare all'interno della fascia verde alle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. INQUINAMENTO
Il divieto raddoppia: perché il commissario Francesco Paolo Tronca per contrastare l'allarme smog, oltre al dispositivo delle targhe alterne, ha stabilito sempre per oggi anche il blocco dei veicoli più inquinanti. Quindi, all'interno della fascia verde, dalle ore 7.30 e fino alle ore 20.30 scatterà il blocco degli autoveicoli a benzina euro 0, euro 1, diesel euro 0, euro 1 e euro 2, motoveicoli e ciclomotori a due, tre, quattro ruote a 2 e 4 tempi euro 0 e euro 1, microcar diesel euro 0 e euro 1. Mercoledì 10 delle 13 centraline dell'Arpa avevano registrato livelli di polveri sottili superiori ai limiti con record a Tiburtina (77), Cinecittà (73) , Preneste (69), Magna Grecia (66) e Cipro (58). Oggi in definitiva potranno circolare le categorie di veicoli meno inquinanti: metano, gpl, ibride, Euro 6 e ciclomotori due ruote quattro tempi Euro 2 e motocicli quattro tempi Euro 3.
Domani invece si fermeranno auto e moto con l'ultima cifra della targa pari.
TRASPORTI
Quella di oggi si profila come una giornata difficile anche per la mobilità pubblica. Perché nonostante l'accordo raggiunto in prefettura e gli impegni assunti per i lavoratori della Roma Tpl, oggi si fermeranno per quattro ore (dalle 8.30 alle 12.30) i dipendenti Atac del sindacato Cambia-menti. I lavoratori dei trasporti aderenti alle sigle Cigl, Cisl, Uil e Sul hanno invece deciso di revocare l'astensione dal lavoro. Viaggeranno regolarmente le 103 linee periferiche gestite dal consorzio Roma Tpl rimaste ferme per otto giorni consecutivi, mentre saranno a rischio le corse Atac di bus, tram, filobus, l'attività delle linee della metropolitana e il servizio delle ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Nord.
Inoltre, in caso di assenza del personale addetto, le scale mobili e gli ascensori delle stazioni della metropolitana potrebbero fermarsi a prescindere dallo stop delle corse in metropolitana. Oggi scioperano anche i dipendenti dei ministeri: l'agitazione è stata promossa dalla Confsal-Unsa. A rischio l'attività di tribunali, musei, uffici della motorizzazione, provveditorati.
SICUREZZA
Dal primo pomeriggio poi partirà l'assedio all'Olimpico dove in serata è previsto il match Lazio-Juventus. Dalle 15 scatteranno di divieti di sosta su un'ampia area attorno allo stadio che comprende 24 strade (qualche esempio: lungotevere Maresciallo Cadorna, viale dei Gladiatori e viale delle Olimpiadi). Alle 18 poi i vigili urbani procederanno alla chiusura al traffico di una ventina di strade elencate sul sito dell'Agenzia per la Mobilità. Restano altissimi anche oggi i controlli allo stadio così come prevede il dispositivo di sicurezza rafforzato dopo gli attentati di Parigi e in vista del Giubileo.
PUNTI DI RACCOLTA
Dalle 17 inoltre la questura ha predisposto due punti raccolta da dove i tifosi juventini saranno accompagnati all'Olimpico con dei bus navetta. I bianconeri potranno raggiungere in auto il parcheggio di scambio della stazione Cipro della metropolitana della linea A. Mentre per i residenti a Roma il punto raccolta previsto dalla questura è a largo Mazzoni.
I DIVIETI
I divieti più radicali alla fine sono scattati. Dopo aver raggiunto il tetto massimo consentito di giorni con il superamento dei livelli di polveri sottili in una delle 13 centraline dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio, oggi tornano le targhe alterne: auto e moto con l'ultima cifra dispari non potranno circolare all'interno della fascia verde alle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. INQUINAMENTO
Il divieto raddoppia: perché il commissario Francesco Paolo Tronca per contrastare l'allarme smog, oltre al dispositivo delle targhe alterne, ha stabilito sempre per oggi anche il blocco dei veicoli più inquinanti. Quindi, all'interno della fascia verde, dalle ore 7.30 e fino alle ore 20.30 scatterà il blocco degli autoveicoli a benzina euro 0, euro 1, diesel euro 0, euro 1 e euro 2, motoveicoli e ciclomotori a due, tre, quattro ruote a 2 e 4 tempi euro 0 e euro 1, microcar diesel euro 0 e euro 1. Mercoledì 10 delle 13 centraline dell'Arpa avevano registrato livelli di polveri sottili superiori ai limiti con record a Tiburtina (77), Cinecittà (73) , Preneste (69), Magna Grecia (66) e Cipro (58). Oggi in definitiva potranno circolare le categorie di veicoli meno inquinanti: metano, gpl, ibride, Euro 6 e ciclomotori due ruote quattro tempi Euro 2 e motocicli quattro tempi Euro 3.
Domani invece si fermeranno auto e moto con l'ultima cifra della targa pari.
TRASPORTI
Quella di oggi si profila come una giornata difficile anche per la mobilità pubblica. Perché nonostante l'accordo raggiunto in prefettura e gli impegni assunti per i lavoratori della Roma Tpl, oggi si fermeranno per quattro ore (dalle 8.30 alle 12.30) i dipendenti Atac del sindacato Cambia-menti. I lavoratori dei trasporti aderenti alle sigle Cigl, Cisl, Uil e Sul hanno invece deciso di revocare l'astensione dal lavoro. Viaggeranno regolarmente le 103 linee periferiche gestite dal consorzio Roma Tpl rimaste ferme per otto giorni consecutivi, mentre saranno a rischio le corse Atac di bus, tram, filobus, l'attività delle linee della metropolitana e il servizio delle ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Nord.
Inoltre, in caso di assenza del personale addetto, le scale mobili e gli ascensori delle stazioni della metropolitana potrebbero fermarsi a prescindere dallo stop delle corse in metropolitana. Oggi scioperano anche i dipendenti dei ministeri: l'agitazione è stata promossa dalla Confsal-Unsa. A rischio l'attività di tribunali, musei, uffici della motorizzazione, provveditorati.
SICUREZZA
Dal primo pomeriggio poi partirà l'assedio all'Olimpico dove in serata è previsto il match Lazio-Juventus. Dalle 15 scatteranno di divieti di sosta su un'ampia area attorno allo stadio che comprende 24 strade (qualche esempio: lungotevere Maresciallo Cadorna, viale dei Gladiatori e viale delle Olimpiadi). Alle 18 poi i vigili urbani procederanno alla chiusura al traffico di una ventina di strade elencate sul sito dell'Agenzia per la Mobilità. Restano altissimi anche oggi i controlli allo stadio così come prevede il dispositivo di sicurezza rafforzato dopo gli attentati di Parigi e in vista del Giubileo.
PUNTI DI RACCOLTA
Dalle 17 inoltre la questura ha predisposto due punti raccolta da dove i tifosi juventini saranno accompagnati all'Olimpico con dei bus navetta. I bianconeri potranno raggiungere in auto il parcheggio di scambio della stazione Cipro della metropolitana della linea A. Mentre per i residenti a Roma il punto raccolta previsto dalla questura è a largo Mazzoni.
"Io incinta a 18 anni di mio padre, mi tolgono mia figlia perché mi giudicano"
Dalla Spagna la storia di una bambina nata due settimane fa dalla relazione tra Cris, 36 anni, e Sara,
18. La vicenda ha creato scandalo perché Cris è il padre biologico di
Sara e quindi i due hanno una relazione incestuosa che ha fatto sorgere
anche dei problemi legali.
Come hanno raccontato su 'Crónicabalear.es' il loro rapporto è iniziato come un gioco.
"Siamo padre e figlia, ma lei non mi ha mai visto come un genitore, perché io sono più che un padre, sono un amico ", ha spiegato Cris. La ragazza è rimasta incinta a 17 anni ed era molto felice perché ha sempre voluto un bambino, ma un mese e mezzo prima del parto la coppia è stata citata dal Dipartimento Minorile Consell de Mallorca, dopo una denuncia di abusi presentata dalla ex moglie Cris (e madre di Sara). "Ci chiedevano o di dare al bambino in adozione o di mandare Sara in un centro per ragazze madri... Mi sento impotente e non so cosa fare perché i giorni passano e la madre e la piccola sono state separate in attesa di una decisione... Ci hanno detto che non possiamo crescerla insieme perché il nostro rapporto è sbagliato e immorale... Non possono giudicarmi e considerarmi un cattivo padre perché i miei bambini hanno sempre voluto stare con me, non con la madre". Secondo i servizi sociali, Sara non è pronta e non ha le capacità per prendersi cura della figlia, ma lei controbatte dicendo che ha aiutato a crescere i suoi fratelli più piccoli e che si è sempre data da fare in casa.
La coppia invita a riflettere sul fatto che non viene messa in discussione la loro capacità di allevare un figlio, ma la loro relazione. Viene espresso un giudizio morale.
Come hanno raccontato su 'Crónicabalear.es' il loro rapporto è iniziato come un gioco.
"Siamo padre e figlia, ma lei non mi ha mai visto come un genitore, perché io sono più che un padre, sono un amico ", ha spiegato Cris. La ragazza è rimasta incinta a 17 anni ed era molto felice perché ha sempre voluto un bambino, ma un mese e mezzo prima del parto la coppia è stata citata dal Dipartimento Minorile Consell de Mallorca, dopo una denuncia di abusi presentata dalla ex moglie Cris (e madre di Sara). "Ci chiedevano o di dare al bambino in adozione o di mandare Sara in un centro per ragazze madri... Mi sento impotente e non so cosa fare perché i giorni passano e la madre e la piccola sono state separate in attesa di una decisione... Ci hanno detto che non possiamo crescerla insieme perché il nostro rapporto è sbagliato e immorale... Non possono giudicarmi e considerarmi un cattivo padre perché i miei bambini hanno sempre voluto stare con me, non con la madre". Secondo i servizi sociali, Sara non è pronta e non ha le capacità per prendersi cura della figlia, ma lei controbatte dicendo che ha aiutato a crescere i suoi fratelli più piccoli e che si è sempre data da fare in casa.
La coppia invita a riflettere sul fatto che non viene messa in discussione la loro capacità di allevare un figlio, ma la loro relazione. Viene espresso un giudizio morale.
giovedì 3 dicembre 2015
Apre Artigiano in Fiera: il piano straordinario di Trenord per arrivare a Rho
Durante i nove giorni di “Artigiano in Fiera 2015” dal 5 al 13 dicembre, saranno 284 i treni Trenord
che quotidianamente arriveranno e partiranno dalla stazione di Rho
Fiera. Grazie alla costante collaborazione con Fiera Milano, che anche
quest’anno prevede un’affluenza eccezionale, Trenord potenzierà sia il
numero delle corse, sia la composizione dei convogli garantendo ogni
giorno oltre 130mila posti a sedere.
“Dopo l'eccezionale esperienza di Expo,
anche “Artigiano in Fiera” confermerà che il treno è il mezzo più
veloce, economico e sostenibile per raggiungere Fiera Milano da tutta la
Lombardia e dalle principali stazioni raggiunte dall'Alta Velocità –
afferma l’amministratore delegato di Trenord, Cinzia
Farisè -. Milano e tutta l’area metropolitana hanno riscoperto
l’importanza del Passante Ferroviario come la miglior via per
raggiungere il centro città e la Fiera, lasciando l’auto a casa. A una
domanda eccezionale, anche in questa occasione mettiamo a disposizione
dei nostri Clienti una offerta altrettanto importante con treni di
ultima generazione ad alta capacità”. “L’Artigiano in
Fiera è la mostra con il maggior numero di visitatori e con la durata
più lunga – dice l’amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado
Peraboni – ecco perché è per noi fondamentale garantire a espositori e
visitatori un modo facile e veloce per raggiungere il quartiere
espositivo. Fiera Milano già gode del supporto di un ottimo sistema di
collegamenti terrestri e aerei che viene ulteriormente rafforzato in
questi giorni. Per più di una settimana, torneremo a respirare l’aria di
Expo con gli stessi flussi di persone e lo stesso grado di
internazionalità. Questa occasione conferma che Fiera Milano, così come è
successo proprio durante il semestre di Expo, è capace di gestire
grossi flussi di persone e merci”. Nei giorni festivi, le linee
suburbane S5 (Varese-Treviglio) e S6 (Novara-Treviglio) che transitano
nel Passante Ferroviario, manterranno il programma dei feriali con 32
corse potenziate fino al massimo della capacità con 8 vetture doppio
piano (1500 posti complessivi, seduti e in piedi). Fermano a Rho Fiera
di tutti i 35 treni Regionali da e per Varese, i 52 per
Arona-Domodossola e i 7 per Luino. Le composizioni dei treni Regio Express della
Linea Milano-Varese, circoleranno per l’intera giornata in doppia
composizione con 10 carrozze. Nei giorni feriali, sempre secondo
l’orario in vigore, anche la linea suburbana S11
Chiasso-Como-Monza-Milano raggiungerà Rho Fiera partendo al minuto ‘53
da Milano Porta Garibaldi. Nei giorni di sabato e festivi invece, in
luogo della S11 che terminerà le corse a Milano Porta Garibaldi, sarà
istituita una navetta oraria da Milano Porta Garibaldi Superficie a Rho
Fiera partendo al minuto ’53 e, viceversa, al minuto ’50 da Rho Fiera
verso Milano. Tale servizio si svolgerà per 13 ore dalle 9,53 da Porta
Garibaldi fino alle 22,50 in partenza da Rho. L’ampia offerta di Trenord
servirà anche alle centinaia di espositori che raggiungeranno e
usciranno dalla Fiera prima e dopo l’orario di apertura al pubblico: da
Rho Fiera infatti il primo treno proveniente da Milano ferma alle 5,42 e
in direzione opposta verso il Passante Ferroviario alle 5,57. Le ultime
corse notture partono invece da Rho fiera alle ore 0,31 verso Novara,
alle 0,42 verso Gallarate e alle 0,12 verso Milano. Trenord arricchirà
la propria offerta con un biglietto speciale da 13 euro che permetterà
la libera circolazione giornaliera sui treni Trenord e consentirà di
raggiungere Rho Fiera anche dalle destinazioni più lontane della
Lombardia a un prezzo decisamente conveniente. Anche dalle stazioni di
Milano il costo del biglietto sarà molto competitivo: andata e ritorno Rho Fiera a 4,40 euro.
Perdere denaro fa male al cervello, ecco cosa succede quando non si hanno soldi
Perdere denaro, in qualunque modo avvenga, fa male ma non solo al portafoglio. Secondo uno studio il nostro cervello soffrirebbe provando
quindi un dolore emotivo.
Per lenire il dolore della perdita di 100 euro dobbiamo vincerne almeno 225. Il nostro rapporto con i soldi, dunque, non è precisamente freddo e matematico.
Le più recenti ricerche sulle neuroscienze hanno chiarito che le emozioni intervengono a gamba tesa anche nelle cosiddette decisioni razionali. E il cervello non è sempre affidabile e ci inganna specialmente quando abbiamo a che fare con il denaro. Un rapporto, quello tra cervello ed economia, di cui parla Matteo Motterlini - direttore del Cresa (Centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata) e Ordinario di Filosofia della scienza all'università San Raffaele dove insegna Economia cognitiva e Neuroeconomia - al Forum delle neuroscienze in corso a Roma presso l'Accademia dei Lincei. "Le neuroscienze - spiega Motterlini - sono la chiave della 'scatola nera' del comportamento economico. Da alcuni anni studi sull'attività cerebrale hanno rivelato che il cervello umano ha risposte precise di fronte a situazioni come perdite, guadagni e rischi e ora sappiamo ad esempio che esiste un fenomeno chiamato 'avversione alle perdite', per il quale perdite e guadagni non hanno lo stesso valore: perdere 100 euro fa più 'male' rispetto alla gioia di vincere la stessa somma. Inoltre il cervello non ama il rischio e attiva l'amigdala che in maniera del tutto istintiva (e quindi al di sotto del livello della coscienza) porta a prendere decisioni che prediligono la cautela anche quando sarebbero convenienti". "L'esempio è noto: se anche voi - continua - siete propensi a rifiutare una scommessa che vi dà la possibilità di vincere o perdere 100 euro al 50%, è perché l'amigdala si accende a segnalare proprio l'avversione all'idea di non avere un vantaggio. Perdere infatti genera un vero e proprio dolore emotivo. Tanto che, paradossalmente, il pensiero di perdere porta talvolta a rinunciare a vincere". Immaginate - si legge in una nota del Forum - di partecipare a questo gioco di investimento: potete decidere se tenervi 100 euro oppure investirli. L'investimento consiste nel darli allo sperimentatore, il quale lancerà una moneta: se uscirà testa avrete perso i 100 euro, se uscirà croce ne avrete vinti 250. Il gioco prevede 20 turni. Chiunque noterà che conviene investire essendo l'utilità attesa maggiore per ogni turno. Eppure, proprio perché il nostro cervello emotivo è progettato per evitare le perdite, la maggior parte delle persone 'sane di mente' (in questo esperimento il 60%) si comporta in modo irrazionale, nel senso che preferiscono guadagnare di meno pur di evitare le potenziali perdite. Non solo, in una situazione che può rivelarsi particolarmente istruttiva riguardo alla vostra reazione di fronte all'andamento dei mercati in tempi recenti, si assiste al fatto che la decisione di investire è fortemente influenzata dall'esito del turno precedente. Dopo una scommessa persa, cioè, la volontà di investire nella successiva diminuisce significativamente. La controprova viene dallo studio di soggetti con lesioni dell'amigdala, che di fronte alle decisioni economiche hanno mostrato un comportamento più razionale perché non subiscono l'effetto emotivo delle perdite. Le emozioni, avvertono quindi gli esperti, entrano a gamba tesa nelle decisioni economiche. In uno studio del 2014 su 2 mila persone intervistate nel corso di un test 'psico-finanziario' realizzato proprio dal team del Cresa del San Raffaele sono state analizzate le correlazioni tra stati d'animo e trappole cognitive che possono condizionare le scelte di un investimento. I risultati hanno indicato che donne vivono le perdite economiche in modo più traumatico (22% contro il 16% degli uomini), ma i maschi cadono nella trappola dell'eccessiva fiducia in sé stessi tendendo a sopravvalutare la propria capacità di controllare gli eventi e sottovalutano i rischi. Un meccanismo ben noto dalle aziende che studiano strategie per mascherare i pagamenti e quindi diminuire la resistenza a spendere grazie a formule 'all inclusive', pacchetti di servizi e braccialetti di palline per pagare le consumazioni nei villaggi turistici. Le fiches dei casinò sono un esempio lampante, ma anche l'uso massivo di denaro elettronico tramite carte di pagamento che ci fanno 'soffrire' di meno di fronte ad un pagamento. Spendere una moneta 'simbolica', infatti, non sembra avere lo stesso costo psichico. La razionalità di cui ci vantiamo quando prendiamo decisioni economiche sarebbe un altro errore di valutazione.
Per lenire il dolore della perdita di 100 euro dobbiamo vincerne almeno 225. Il nostro rapporto con i soldi, dunque, non è precisamente freddo e matematico.
Le più recenti ricerche sulle neuroscienze hanno chiarito che le emozioni intervengono a gamba tesa anche nelle cosiddette decisioni razionali. E il cervello non è sempre affidabile e ci inganna specialmente quando abbiamo a che fare con il denaro. Un rapporto, quello tra cervello ed economia, di cui parla Matteo Motterlini - direttore del Cresa (Centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata) e Ordinario di Filosofia della scienza all'università San Raffaele dove insegna Economia cognitiva e Neuroeconomia - al Forum delle neuroscienze in corso a Roma presso l'Accademia dei Lincei. "Le neuroscienze - spiega Motterlini - sono la chiave della 'scatola nera' del comportamento economico. Da alcuni anni studi sull'attività cerebrale hanno rivelato che il cervello umano ha risposte precise di fronte a situazioni come perdite, guadagni e rischi e ora sappiamo ad esempio che esiste un fenomeno chiamato 'avversione alle perdite', per il quale perdite e guadagni non hanno lo stesso valore: perdere 100 euro fa più 'male' rispetto alla gioia di vincere la stessa somma. Inoltre il cervello non ama il rischio e attiva l'amigdala che in maniera del tutto istintiva (e quindi al di sotto del livello della coscienza) porta a prendere decisioni che prediligono la cautela anche quando sarebbero convenienti". "L'esempio è noto: se anche voi - continua - siete propensi a rifiutare una scommessa che vi dà la possibilità di vincere o perdere 100 euro al 50%, è perché l'amigdala si accende a segnalare proprio l'avversione all'idea di non avere un vantaggio. Perdere infatti genera un vero e proprio dolore emotivo. Tanto che, paradossalmente, il pensiero di perdere porta talvolta a rinunciare a vincere". Immaginate - si legge in una nota del Forum - di partecipare a questo gioco di investimento: potete decidere se tenervi 100 euro oppure investirli. L'investimento consiste nel darli allo sperimentatore, il quale lancerà una moneta: se uscirà testa avrete perso i 100 euro, se uscirà croce ne avrete vinti 250. Il gioco prevede 20 turni. Chiunque noterà che conviene investire essendo l'utilità attesa maggiore per ogni turno. Eppure, proprio perché il nostro cervello emotivo è progettato per evitare le perdite, la maggior parte delle persone 'sane di mente' (in questo esperimento il 60%) si comporta in modo irrazionale, nel senso che preferiscono guadagnare di meno pur di evitare le potenziali perdite. Non solo, in una situazione che può rivelarsi particolarmente istruttiva riguardo alla vostra reazione di fronte all'andamento dei mercati in tempi recenti, si assiste al fatto che la decisione di investire è fortemente influenzata dall'esito del turno precedente. Dopo una scommessa persa, cioè, la volontà di investire nella successiva diminuisce significativamente. La controprova viene dallo studio di soggetti con lesioni dell'amigdala, che di fronte alle decisioni economiche hanno mostrato un comportamento più razionale perché non subiscono l'effetto emotivo delle perdite. Le emozioni, avvertono quindi gli esperti, entrano a gamba tesa nelle decisioni economiche. In uno studio del 2014 su 2 mila persone intervistate nel corso di un test 'psico-finanziario' realizzato proprio dal team del Cresa del San Raffaele sono state analizzate le correlazioni tra stati d'animo e trappole cognitive che possono condizionare le scelte di un investimento. I risultati hanno indicato che donne vivono le perdite economiche in modo più traumatico (22% contro il 16% degli uomini), ma i maschi cadono nella trappola dell'eccessiva fiducia in sé stessi tendendo a sopravvalutare la propria capacità di controllare gli eventi e sottovalutano i rischi. Un meccanismo ben noto dalle aziende che studiano strategie per mascherare i pagamenti e quindi diminuire la resistenza a spendere grazie a formule 'all inclusive', pacchetti di servizi e braccialetti di palline per pagare le consumazioni nei villaggi turistici. Le fiches dei casinò sono un esempio lampante, ma anche l'uso massivo di denaro elettronico tramite carte di pagamento che ci fanno 'soffrire' di meno di fronte ad un pagamento. Spendere una moneta 'simbolica', infatti, non sembra avere lo stesso costo psichico. La razionalità di cui ci vantiamo quando prendiamo decisioni economiche sarebbe un altro errore di valutazione.
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I nuovi pensionati prendono 3mila euro in meno. Istat: “Metà delle donne non arriva ai mille”
Nel 2014 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche ha superato
i 277 miliardi di euro con un aumento dell’1,6% sul 2013. L’incidenza
sul Pil è cresciuta di 0,2 punti dal 16,97% al 17,17% (rpt, 17,17%). Lo
rileva l’Istat spiegando che sono state erogate 23,2 milioni di
prestazioni.
Il 40,3% dei pensionati percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Si tratta di oltre 6 milioni e mezzo di persone, più di quattro su dieci. Quasi la metà delle pensionate non arriva a mille euro mensili. Nel 2014 il reddito da pensione si ferma prima per il 49,2% delle donne, rileva l’Istat spiegando che le donne con meno di mille euro al mese sono oltre 4,2 milioni. Tra queste possono contare su meno di 500 euro 1.169.000 persone. OLTRE I 5MILA AL MESE I pensionati che in Italia possono contare su oltre 5.000 euro al mese sono quasi 240.000, appena l’1,4% del totale.Altri 767.000 pensionati (il 4,7% dei 16,25 milioni di pensionati) può contare su redditi da pensione tra 3.000 e 5.000 euro al mese. 13MILA SUPERPENSIONATI Sono oltre 13 mila i pensionati che nel 2014 hanno percepito un reddito da pensione oltre i 10 mila euro mensili. Si tratta dello 0,1% del totale. Un gruppo di ‘super-pensionati’ a cui si affiancano circa altri 217 mila con redditi da pensione tra i 5.000 e i 10.000 euro mensili. In totale quindi i pensionati con più di 5.000 euro al mese sono 230.000. NUOVI PENSIONATI PIU’ POVERI Nuovi pensionati ‘più poveri’. Il reddito medio di chi ha iniziato a ricevere la pensione nel 2014 (13.965 euro) è inferiore a quello dei cessati (15.356) e a quello dei sopravviventi (17.146), coloro che anche nel 2013 percepivano almeno una pensione. Quindi tra le ‘new entry’ e i già presenti la differenza è di oltre 3 mila euro annui. Tra il 2011 e il 2014 i pensionati in Italia sono diminuiti di oltre 400.000 unità, tra 16.668.000 del 2011 a 16.259.000 del 2014. Lo si legge nelle tabelle Istat riferite ai beneficiari dei trattamenti pensionistici nel 2014. Il dato con tutta probabilità risente della stretta sui pensionamenti decisa con la riforma Fornero della previdenza. UNO SU 4 HA DOPPIO ASSEGNO In Italia, dati del 2014 alla mano, risulta titolare di un doppio assegno pensionistico oltre una persona su quattro, rileva l’Istat, spiegando che il 25,4% percepisce due pensioni, si tratta di più di 4 milioni di individui. E c’è anche una quota, pari al 7,8%, che gode di tre o più pensioni. In Italia quasi un quarto dei pensionati, il 24,9%, ha 80 anni e più, rileva l’Istat, facendo il punto sul 2014 spiegando che si tratta di oltre quattro milioni di persone. Oltre la metà dei 16,259 milioni di pensionati (il 51,9%) ha un’età compresa tra i 65 e i 79 anni, l’altro quarto (il 23,3%) ha invece meno di 65 anni. PIU’ AL NORD Il 47,7% delle pensioni è erogato al Nord per il 50,5% della spesa e il 48,2% dei pensionati mentre il 20,4% delle prestazioni va nelle regioni del Centro (21,4% della spesa). Il restante 31,9% delle pensioni è erogata nel Mezzogiorno (28,1% della spesa complessiva).
Il 40,3% dei pensionati percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Si tratta di oltre 6 milioni e mezzo di persone, più di quattro su dieci. Quasi la metà delle pensionate non arriva a mille euro mensili. Nel 2014 il reddito da pensione si ferma prima per il 49,2% delle donne, rileva l’Istat spiegando che le donne con meno di mille euro al mese sono oltre 4,2 milioni. Tra queste possono contare su meno di 500 euro 1.169.000 persone. OLTRE I 5MILA AL MESE I pensionati che in Italia possono contare su oltre 5.000 euro al mese sono quasi 240.000, appena l’1,4% del totale.Altri 767.000 pensionati (il 4,7% dei 16,25 milioni di pensionati) può contare su redditi da pensione tra 3.000 e 5.000 euro al mese. 13MILA SUPERPENSIONATI Sono oltre 13 mila i pensionati che nel 2014 hanno percepito un reddito da pensione oltre i 10 mila euro mensili. Si tratta dello 0,1% del totale. Un gruppo di ‘super-pensionati’ a cui si affiancano circa altri 217 mila con redditi da pensione tra i 5.000 e i 10.000 euro mensili. In totale quindi i pensionati con più di 5.000 euro al mese sono 230.000. NUOVI PENSIONATI PIU’ POVERI Nuovi pensionati ‘più poveri’. Il reddito medio di chi ha iniziato a ricevere la pensione nel 2014 (13.965 euro) è inferiore a quello dei cessati (15.356) e a quello dei sopravviventi (17.146), coloro che anche nel 2013 percepivano almeno una pensione. Quindi tra le ‘new entry’ e i già presenti la differenza è di oltre 3 mila euro annui. Tra il 2011 e il 2014 i pensionati in Italia sono diminuiti di oltre 400.000 unità, tra 16.668.000 del 2011 a 16.259.000 del 2014. Lo si legge nelle tabelle Istat riferite ai beneficiari dei trattamenti pensionistici nel 2014. Il dato con tutta probabilità risente della stretta sui pensionamenti decisa con la riforma Fornero della previdenza. UNO SU 4 HA DOPPIO ASSEGNO In Italia, dati del 2014 alla mano, risulta titolare di un doppio assegno pensionistico oltre una persona su quattro, rileva l’Istat, spiegando che il 25,4% percepisce due pensioni, si tratta di più di 4 milioni di individui. E c’è anche una quota, pari al 7,8%, che gode di tre o più pensioni. In Italia quasi un quarto dei pensionati, il 24,9%, ha 80 anni e più, rileva l’Istat, facendo il punto sul 2014 spiegando che si tratta di oltre quattro milioni di persone. Oltre la metà dei 16,259 milioni di pensionati (il 51,9%) ha un’età compresa tra i 65 e i 79 anni, l’altro quarto (il 23,3%) ha invece meno di 65 anni. PIU’ AL NORD Il 47,7% delle pensioni è erogato al Nord per il 50,5% della spesa e il 48,2% dei pensionati mentre il 20,4% delle prestazioni va nelle regioni del Centro (21,4% della spesa). Il restante 31,9% delle pensioni è erogata nel Mezzogiorno (28,1% della spesa complessiva).
Etna, fontana di lava. Cenere nera su Messina, chiuso aeroporto di Reggio Calabria
Una spettacolare fontana di lava, alta diverse centinaia di metri, ha
caratterizzato la notte scorsa l'eruzione attiva dal 19 ottobre scorso
sull'Etna. Brandelli di magma incandescente sono ricaduti nella zona
sommitale del vulcano. Il fenomeno è durato poche ore ed è poi ripresa
l'attività stromboliana che da circa tre settimane è presente sull'Etna.
I valori che segnalano l'attività del vulcano, come i tremori dei condotti magmatici interni, sono già rientrati nella norma. L'Etna è costantemente monitorato dagli esperti dall'Ingv di Catania.
A seguito dell'eruzione dell'Etna e del vento una gigantesca nube scura sovrasta tutti i territori dei Comuni jonici e si teme una pioggia di sabbia vulcanica. Messina, invece, si è svegliata sotto una coltre di cenere. Pericolo sulle strade della città, soprattutto per chi viaggia con i ciclomotori. Case, auto strade e terrazze sono piene di sabbia nera. L'aeroporto di Reggio Calabria è stato chiuso al traffico a causa della cenere provocata dall'eruzione dell'Etna che ha determinato difficoltà per l'operatività e per la sicurezza dello scalo. La decisione è stata presa in attesa di un possibile cambiamento delle condizioni atmosferiche. La cenere proveniente dall'Etna ha invaso, inoltre, tutta l'area dello Stretto di Messina e la città di Reggio, con conseguenti disagi per gli abitanti.
I valori che segnalano l'attività del vulcano, come i tremori dei condotti magmatici interni, sono già rientrati nella norma. L'Etna è costantemente monitorato dagli esperti dall'Ingv di Catania.
A seguito dell'eruzione dell'Etna e del vento una gigantesca nube scura sovrasta tutti i territori dei Comuni jonici e si teme una pioggia di sabbia vulcanica. Messina, invece, si è svegliata sotto una coltre di cenere. Pericolo sulle strade della città, soprattutto per chi viaggia con i ciclomotori. Case, auto strade e terrazze sono piene di sabbia nera. L'aeroporto di Reggio Calabria è stato chiuso al traffico a causa della cenere provocata dall'eruzione dell'Etna che ha determinato difficoltà per l'operatività e per la sicurezza dello scalo. La decisione è stata presa in attesa di un possibile cambiamento delle condizioni atmosferiche. La cenere proveniente dall'Etna ha invaso, inoltre, tutta l'area dello Stretto di Messina e la città di Reggio, con conseguenti disagi per gli abitanti.
mercoledì 2 dicembre 2015
Ciclone Marion, Hollande trema. La sexy nipote di Marine Le Pen conquista la Destra
Faccia d'angelo e parole roventi. Secondo i sondaggi, alle prossime elezioni regionali francesi Marion Marechal Le Pen sarà lo tsunami anti Hollande, producendo ferite nel partito del Presidente anche più profonde di quelle inferte dagli attentati di Parigi.
Perché proprio dal terribile venerdì 13, l'elettorato transalpino sembra aver bruscamente virato a destra. Il sangue versato dai 130 morti per mano dei terroristi dell'Isis hanno innalzato la voglia di sicurezza della gente e messo alla berlina quelli dalla pelle olivastra e il cognome che lascia trasparire chiare origini islamiche.
Terreno fertile per il Front National, che incarna il "nuovo che avanza" grazie ai capelli biondissimi e allo sguardo ammiccante della nipotina terribile di Marine Le Pen, a sua volta figlia terribile del fondatore Jean Marie. Ma la signorina "grande charme" da sola basta a far sfondare la destra francese nella consultazione del 6 dicembre? Sembra proprio di sì. La quasi 26enne Marion (segno zodiacale Sagittario, nata il 10 dicembre 1989) dice di rifiutare l’etichetta di fascista e spiega anche che non deve essere d’accordo per forza con tutto il programma del Fronte Nazionale: «Ad esempio, sono contraria al referendum per ristabilire la pena di morte. Un ergastolo effettivamente applicato senza sconti, può bastare come deterrente». Buon sangue non mente: il padre, Samuel Marechal, ha divorziato e si è risposato con una donna di colore della Costa d'Avorio rompendo proprio con il partito di Jean Marie Le Pen. La sua prediletta Marion, però, ha bruciato le tappe: sex appeal da vendere, a 22 anni è stata la più giovane deputata nella storia della Quinta Repubblica. Rappresenta la terza generazione dei Le Pen e potrebbe surclassare anche zia Marine, che pure l'ha voluta in politica e ora già soffre l'avvenenza della nipotina. Nonostante i maligni, le due donne ufficialmente dicono di andare d'amore e d'accordo. Sono il duetto d'assalto di un partito che non ha mai governato regioni ma solo poche e piccole amministrazioni comunali, che però punta a prendere le redini di due regioni importanti come quella del Nord (comprende Nord-Pas-de-Calais e Picardia) e la regione della Provenza e della Costa Azzurra. Abilissima nella comunicazione social, Marion Maréchal Le Pen si circonda di un piccolo harem maschile di fedelissimi, tutti attraenti e giovani: l'avvocato Hervé de Lepinau, Rémy a Righe (laureato alla scuola militare armi combinate St Cyr Coëtquidan ed esperto di equitazione) e Roman Lopez, laureato con un master in Storia e un master in politica Ingegneria. Attenti a sottovalutare la piccola Le Pen, che ha già vinto con una campagna elettorale alla Beppe Grillo: spese al lumicino, nessun comizio, un giro frenetico per piazze e mercati colpiti dalla crisi economica. Dove lei. l'affascinante Marion, non passa affatto inosservata.
Perché proprio dal terribile venerdì 13, l'elettorato transalpino sembra aver bruscamente virato a destra. Il sangue versato dai 130 morti per mano dei terroristi dell'Isis hanno innalzato la voglia di sicurezza della gente e messo alla berlina quelli dalla pelle olivastra e il cognome che lascia trasparire chiare origini islamiche.
Terreno fertile per il Front National, che incarna il "nuovo che avanza" grazie ai capelli biondissimi e allo sguardo ammiccante della nipotina terribile di Marine Le Pen, a sua volta figlia terribile del fondatore Jean Marie. Ma la signorina "grande charme" da sola basta a far sfondare la destra francese nella consultazione del 6 dicembre? Sembra proprio di sì. La quasi 26enne Marion (segno zodiacale Sagittario, nata il 10 dicembre 1989) dice di rifiutare l’etichetta di fascista e spiega anche che non deve essere d’accordo per forza con tutto il programma del Fronte Nazionale: «Ad esempio, sono contraria al referendum per ristabilire la pena di morte. Un ergastolo effettivamente applicato senza sconti, può bastare come deterrente». Buon sangue non mente: il padre, Samuel Marechal, ha divorziato e si è risposato con una donna di colore della Costa d'Avorio rompendo proprio con il partito di Jean Marie Le Pen. La sua prediletta Marion, però, ha bruciato le tappe: sex appeal da vendere, a 22 anni è stata la più giovane deputata nella storia della Quinta Repubblica. Rappresenta la terza generazione dei Le Pen e potrebbe surclassare anche zia Marine, che pure l'ha voluta in politica e ora già soffre l'avvenenza della nipotina. Nonostante i maligni, le due donne ufficialmente dicono di andare d'amore e d'accordo. Sono il duetto d'assalto di un partito che non ha mai governato regioni ma solo poche e piccole amministrazioni comunali, che però punta a prendere le redini di due regioni importanti come quella del Nord (comprende Nord-Pas-de-Calais e Picardia) e la regione della Provenza e della Costa Azzurra. Abilissima nella comunicazione social, Marion Maréchal Le Pen si circonda di un piccolo harem maschile di fedelissimi, tutti attraenti e giovani: l'avvocato Hervé de Lepinau, Rémy a Righe (laureato alla scuola militare armi combinate St Cyr Coëtquidan ed esperto di equitazione) e Roman Lopez, laureato con un master in Storia e un master in politica Ingegneria. Attenti a sottovalutare la piccola Le Pen, che ha già vinto con una campagna elettorale alla Beppe Grillo: spese al lumicino, nessun comizio, un giro frenetico per piazze e mercati colpiti dalla crisi economica. Dove lei. l'affascinante Marion, non passa affatto inosservata.
Perde il controllo dell'auto e finisce fuori strada sull'autostrada A1: morto 54enne napoletano
È finito fuori strada sull'A1 in provincia di Frosinone ed è morto poco
dopo in ospedale. L'incidente si è verificato nel pomeriggio sulla
Roma-Napoli nel tratto tra i caselli di Ceprano e Pontecorvo, in
direzione sud. La vittima, 54 anni di Nola (Napoli), per cause ancora da
stabilire, ha perso il controllo della sua Fiat 500 ribaltandosi e
finendo fuori strada.
L'automobilista è rimasto ferito in modo grave e, soccorso dal personale del 118 di Frosinone, è morto poco dopo il suo arrivo all'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della sottosezione della Polstrada di Cassino.
L'automobilista è rimasto ferito in modo grave e, soccorso dal personale del 118 di Frosinone, è morto poco dopo il suo arrivo all'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della sottosezione della Polstrada di Cassino.
Corte Costituzionale, dopo 29 tentativi manca ancora l'accordo sui tre giudici
Ennesima fumata nera per l'elezione dei tre giudici della Corte costituzionale.
La terna di candidati su cui si è stretto l'accordo fra Pd, Area Popolare e Forza Italia non ha ottenuto i voti sufficienti (tre quinti dell'assemblea) neanche alla ventinovesima votazione: Augusto Barbera, candidato del Pd, ha ottenuto 545 voti, nove in più della volta scorsa, Francesco Paolo Sisto, candidato di FI, 527 (sedici in più), mentre l'attuale presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella si è fermato a quota 470.
Il Quirinale è preoccupato e anche i presidenti di Camera e Senato hanno fatto un appello per rendere operativo l'organo di garanzia. Ma anche l'elezione dei giudici della Consulta diventa terreno di scontro è trattative politiche. Anche perché la Corte sarà chiamata presto a dare parere preventivo sull'Italicum. Matteo Renzi è deciso a non aprire alcuna trattativa con i 5 stelle, disposti a ragionare su dei nomi “nuovi ma degni” che non siano quelli di Sisto e Barbera. Non sembra fattibile neanche un accordo con Sinistra Italiana. Per offrire i suoi voti, la Lega vuole un suo candidato alla Corte dei Conti. Pitruzzella intanto ha fatto sapere che ritirerà la sua candidatura. Oggi è attesa la trentesima votazione e il Pd conta di avere i voti sufficienti a far eleggere almeno il suo candidato.
La terna di candidati su cui si è stretto l'accordo fra Pd, Area Popolare e Forza Italia non ha ottenuto i voti sufficienti (tre quinti dell'assemblea) neanche alla ventinovesima votazione: Augusto Barbera, candidato del Pd, ha ottenuto 545 voti, nove in più della volta scorsa, Francesco Paolo Sisto, candidato di FI, 527 (sedici in più), mentre l'attuale presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella si è fermato a quota 470.
Il Quirinale è preoccupato e anche i presidenti di Camera e Senato hanno fatto un appello per rendere operativo l'organo di garanzia. Ma anche l'elezione dei giudici della Consulta diventa terreno di scontro è trattative politiche. Anche perché la Corte sarà chiamata presto a dare parere preventivo sull'Italicum. Matteo Renzi è deciso a non aprire alcuna trattativa con i 5 stelle, disposti a ragionare su dei nomi “nuovi ma degni” che non siano quelli di Sisto e Barbera. Non sembra fattibile neanche un accordo con Sinistra Italiana. Per offrire i suoi voti, la Lega vuole un suo candidato alla Corte dei Conti. Pitruzzella intanto ha fatto sapere che ritirerà la sua candidatura. Oggi è attesa la trentesima votazione e il Pd conta di avere i voti sufficienti a far eleggere almeno il suo candidato.
Manovra, stop ai contanti: si potranno pagare col Bancomat anche il giornale e il caffè
Pagamenti elettronici anche per meno di 5 euro. È la novità che il
Pd vorrebbe introdurre nella legge di stabilità, cancellando di fatto
l'attuale soglia dei 30 euro al di sotto della quale i commercianti
possono rifiutare i pagamenti elettronici. Una misura che vorrebbe
limitare l'uso del contante, nonostante l'innalzamento del tetto a 3
mila euro voluto dal governo.
Nell'emendamento, a firma del deputato dem Sergio Boccadutri, si prevede
anche il taglio delle commissioni per gli acquisti al di sotto dei 5
euro e multe per gli esercenti che non si dotano o non consentono di
usare i pos.
«Vogliamo che i cittadini siano liberi di scegliere come pagare, in qualunque situazione», spiega l'esponente Pd. La misura, potrebbe incontrare il favore dell'esecutivo, ma non piace a Forza Italia e alla Lega. «E' un altro regalo alle banche», attacca il leader del Carroccio Matteo Salvini. Ma non è questa la sola proposta di modifica alla manovra presentata alla Camera. Gli emendamenti sarebbero in tutto più di 3.000. Tra questi, anche il bonus bebè richiesto da Area popolare. La norma prevede di introdurre «in via sperimentale per tre anni» una deduzione «fino all'80% delle spese sostenute per la cura e la tutela della salute della mamma e del bambino dopo il parto». Le risorse potrebbero arrivare dal gettito derivante dal rientro dei capitali illegalmente detenuti all'estero. Secondo il ministero dell'Economia, la voluntary disclosure ha avuto successo e permetterà di rinvigorire le casse statali con circa 3,8 miliardi. Intanto, con una circolare dell'Agenzia delle entrate sta per entrare in vigore in Italia la 'patent box', ovvero una super agevolazione fiscale prevista dalla legge di stabilità dell'anno scorso per le imprese che puntano sull'innovazione, sui marchi e sui brevetti. Le aziende potranno avere uno sconto fra il 30 e il 50% sulle tasse applicate ai ricavi frutto dello sfruttamento di brevetti, modelli, prodotti di design, e in generale dellle opere dell'ingegno. L'obiettivo è riportare in Italia tutte quelle imprese innovative che hanno preferito trasferirsi all'estero per godere di regimi fiscali più vantaggiosi.
«Vogliamo che i cittadini siano liberi di scegliere come pagare, in qualunque situazione», spiega l'esponente Pd. La misura, potrebbe incontrare il favore dell'esecutivo, ma non piace a Forza Italia e alla Lega. «E' un altro regalo alle banche», attacca il leader del Carroccio Matteo Salvini. Ma non è questa la sola proposta di modifica alla manovra presentata alla Camera. Gli emendamenti sarebbero in tutto più di 3.000. Tra questi, anche il bonus bebè richiesto da Area popolare. La norma prevede di introdurre «in via sperimentale per tre anni» una deduzione «fino all'80% delle spese sostenute per la cura e la tutela della salute della mamma e del bambino dopo il parto». Le risorse potrebbero arrivare dal gettito derivante dal rientro dei capitali illegalmente detenuti all'estero. Secondo il ministero dell'Economia, la voluntary disclosure ha avuto successo e permetterà di rinvigorire le casse statali con circa 3,8 miliardi. Intanto, con una circolare dell'Agenzia delle entrate sta per entrare in vigore in Italia la 'patent box', ovvero una super agevolazione fiscale prevista dalla legge di stabilità dell'anno scorso per le imprese che puntano sull'innovazione, sui marchi e sui brevetti. Le aziende potranno avere uno sconto fra il 30 e il 50% sulle tasse applicate ai ricavi frutto dello sfruttamento di brevetti, modelli, prodotti di design, e in generale dellle opere dell'ingegno. L'obiettivo è riportare in Italia tutte quelle imprese innovative che hanno preferito trasferirsi all'estero per godere di regimi fiscali più vantaggiosi.
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